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Baia: patrimonio archeologico ancora chiuso al publico


Chiuse al pubblico le nuovissime 52 sale site presso il rinomato Museo archeologico di Baia. Una notizia ben nota alla platea locale e nazionale, informata dei fatti attraverso un reportage televisivo andato in onda su Rai 3. Servizio trasmesso all’interno di una puntata ribattezzata col nome di “Oro Buttato” e facente riferimento all’ingente mole di materiale architettonico sparso lungo l’intero territorio dei Campi Flegrei. Strutture d’inestimabile valore lasciate perennemente incustodite o, addirittura, carenti di una manutenzione ordinaria che rende molto più difficile, se non impossibile, la propria usufruibilità. Una mancanza di personale, figlia di buchi di bilancio e di continui tagli economici, che vieta ai gruppi di turisti di poter ammirare gran parte delle bellezze d’epoca greca e romana stanti presso l’hinterland napoletano. Situazione angosciante in cui, da svariati mesi a questa parte, verte anche il Castello di Baia. Sito d’importanza internazionale, visitato recentemente dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e dalle first-lady dei paesi partecipanti all’ultimo G8 dell’Aquila, costantemente chiuso nelle sue aree più importanti. Una deficienza alla quale, nonostante la perenne mancanza di danaro professata dalla Sovrintendenza di Napoli e Pompei, si è cercato di sopperire attraverso delle aperture saltuarie previste, in maniera assolutamente eccezionale, nei giorni festivi. Momenti di normalità a cui non si è riuscito ancora a dare il seguito sperato. Difatti basti pensare che proprio la scorsa domenica l’apparato dirigenziale del Museo sovracitato non è riuscito a garantire l’attesissima apertura straordinaria. Chiusura reiterata a cui non è preceduto alcun tipo di avviso presso il sito ufficiale della struttura, creando in tal modo numerosi disagi ed una diffusa lamentela tra i visitatori disillusi: “Siamo passati intorno alle 16:00 con la speranza di poter visitare le rinomate e nuove 52 sale del museo. Ma, arrivati in loco – continua una turista locale inviperita - abbiamo trovato un bel cartello che informava i visitatori, assolutamente ignari della novità, che tutte le pochissime aperture "straordinarie", programmate da maggio sino a dicembre, erano sospese per "mancanza di personale". Sono allibita. Che siamo rovinati lo sappiamo, ma quanto costerà mai mettere un avviso sul sito?”. Emergenza a cui va ad aggiungersi la continua chiusura di due tra i più importanti siti archeologici dell’intera area flegrea: le Cento Camerelle e la Tomba d’Agrippina. La prima interdetta al pubblico da circa 5 anni a causa di una caduta di un intonaco, e la seconda non visitabile per via della solita mancanza di manutenzione ordinaria. Strutture site nel pieno centro del paese, a cui si aggiungono le fatiscenti “Grotte dell’Acqua”. Ex struttura termale, d’epoca romana e rivisitata in età borbonica, lasciata marcire tra la sporcizia gettata dai passanti e le fetide acque dell’inquinato lago Fusaro

Cronache di Napoli
03\11\09

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