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Le scuole di Monte di Procida


Continuano a palesarsi numerosi disagi lungo le scuole della zona flegrea. Dopo le preoccupanti situazioni in cui vertono gli istituti didattici di Bacoli, non sembrano trovarsi in migliori condizioni le strutture presenti sul territorio del limitrofo paese di Monte di Procida. Una serie di scuole evidentemente minacciate da una costante condizione di degrado e mancata manutenzione straordinaria ed ordinaria. E’ la scuola media “Amerigo Vespucci”, posta a pochi passi dal Municipio locale e dalla piazza centrale, ad evidenziare il maggior numero di deficienze. Una palestra fatiscente, con vetrate rotte, caratterizzata da un ambiente freddo ed umido che preoccupa i genitori e gli stessi giovani alunni. “Qui fa sempre freddo e a terra non abbiamo il parquet. Le mura sono screpolate - continua il giovanissimo Stefano, studente presso il sovracitato edificio - ed inoltre c’è il muschio sulle pareti. Le porte dei bagni sono rotte e presentano delle buche non ancora riparate. Per non parlare della sporcizia che c’è presso i gabinetti. Un puzzo di fogna, causato anche dalla mancanza di pulizia. Dove sono i bidelli?”. Perplessità alle quali si aggiungo quelle della signora Carmela: “Non mi stupiscono le condizioni di degrado in cui si ritrova quel complesso scolastico. Ricordo ancora quando io andavo in quella scuola, e nonostante siano passati molti anni – continua Carmela – non si è ancora visto alcun miglioramento. Quando c’ero io quel luogo veniva utilizzato anche dai tossico-dipendenti. Di amministrazioni e di giunte ne sono passate, ma non si è ancora pensato ad un progetto di restauro”. Condizioni di fatiscenza confermate anche dallo stato in cui verte il nuovo plesso elementare “Dante Alighieri”. Struttura sita in località "Montegrillo", interessata da circa 6 anni e mezzo da lavori di restauro. Operazioni dovute al passato piano di modernamento successivo alla tragedia molisana d’inizio millennio. Un'ispezione capillare con la quale si decise la chiusura della “Dante Alighieri” per completare i lavori utili per il rispetto delle norme anti-sismiche. “A terra si è creata una specie di condensa d’umidità che fa scivolare i bambini e sulle pareti già vi sono le prime macchie verdastri. La scuola – continua un addetto ai lavori presente sul posto - è stata consegnata da poco, ma non presenta neanche le finestre anti-panico. Come hanno compiuto questi lavori? Eppure sono stati stanziati tanti soldi. All’esterno ci sono stati anche dei cedimenti”.
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Redazione Ra.Sta Flegrea
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Elezioni Pd: Il centro-destra partecipa in massa


Un boom di presenze contornato da numerose e vibranti polemiche. Un’anomala tornata elettorale, segnata da contaminazioni poco gradite, ha contraddistinto i lavori relativi alla scelta del nuovo segretario nazionale del Partito Democratico. Malumori radicati nell’intero panorama italiano e palesatesi anche presso le urne sparse lungo il territorio del Comune di Bacoli. “E’ stato pazzesco dover constatare l’ingente presenza di esponenti del centro-destra cittadino – ha asserito la signora Lucia, volto noto del Pd locale – gente che non ha nulla a che fare con le nostre origini e i nostri valori a cui è stata data ha la possibilità di scegliersi il proprio avversario. Sarebbe meglio fare esperienza di ciò che è avvenuto quest’oggi e riflettere sul valore delle primarie aperte a tutta la popolazione. E’ una vera e propria vergogna”. Imbarazzi che sono continuati durante tutta la giornata elettorale, sia presso le sede centrale di Bacoli che nelle vicinanze della sezione dislocata del Fusaro. Urne ricche di votanti divisi tra i tre possibili papabili al soglio della segreteria generale. “Proprio adesso ho compiuto il mio dovere – asseriva una donna appena uscita dalla sede elettorale - ma sono disgustata per quello che ho visto. Sono però serena perché ho notato molta gente della società civile avvicinarsi al nostro partito. Il dissenso è tanto”. Soddisfazioni parziali, giustificate anche dagli ultimi scomodi risultati relativi alle passate elezioni provinciali; tornata dalla quale il Pd di Bacoli, nonostante la presenza tra le proprie fila dell’ex sindaco comunale Antonio Coppola, uscì solo con il 14% delle preferenze. Poche migliaia di voti che non fanno di certo ben sperare in vista delle prossime amministrative che si terranno tra il 28 e 29 Marzo dell’anno venturo.

26/10/2009
Cronache di Napoli
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Reperti della Villa Vatia volutamente interrati


Nonostante le numerose segnalazioni e l’evidente constatazioni avvenuti soltanto pochi mesi fa, la Sovrintendenza di Napoli e Pomepi ha preferito non cominciare ancora i lavori per riportare alla luce l’antico complesso di strutture appartenenti alla rinomata villa Vatia. Mura ed intonaci d’epoca romana venuti alla luce dopo una serie di scavi atti alla riconversione dell’intera area in luogo di parcheggio. Un sito poli-funzionale utile per smaltire l’ingente traffico di autovetture che, soprattutto durante le ore notturne ed i periodi estivi, affolla continuamente le località antistanti il capolinea della Cumana sito in Torregaveta. Spiazzale immediatamente adiacente ad una serie di attività ludico-ricreative, nonché ad una foce del lago Fusaro completamente otturata ed a un ponticello messo in piedi negli ultimi anni attraverso l’utilizzo delle pensiline della stazione ferroviaria ivi stante. Luogo ove, circa tre anni fa, fu segnalata la presenza di un’ingente quantità di reperti archeologici di grande valore. Scoperta che mobilitò i tecnici della Sovrintendenza locale e gli operatori stanziati presso l’Ufficio archeologico di Baia, senza però ottenere alcun risultato evidente. Difatti, data la pessima situazione economica in cui attualmente verte il settore dei beni archeologici italiani, la troupe giunta in loco decise di provvedere solamente ad un’opera di catalogazione dei bene rinvenuti alla luce. Un tipico provvedimento, necessario a causa della mancanza di danaro da poter investire in una manutenzione straordinaria ed in una successiva opera di riqualificazione e di attenta manutenzione ordinaria. Una scoperta che fu immediatamente interdetta ed oscurata agli occhi dei residenti e dei semplici visitatori accorsi per vedere i rudimenti, attraverso il successivo interramento delle strutture. Beni di cui, allo stato attuale e scorgendo attentamente tra la folta vegetazione spontanea ivi presente, è possibile ammirare soltanto i resti superficiali.

25/10/2009
Cronache di Napoli
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L'abbandono delle "Grotte dell'Acqua"


Un complesso termale d’epoca romana, rivalutato ed ampliato in età borbonica, lasciato in uno stato di palese abbandono. Vasche atte al raccoglimento di una sorgente d’acqua termale la cui temperatura è costantemente pari a 38 gradi. Liquidi benefici le cui proprietà organolettiche sono le medesime di quelle utilizzate nel vicino comune di Casamicciola Terme. Una serie di possibili fattori di sviluppo e di reperti archeologici d’inestimabile valore, da tempo conosciuti col nome di “Grotte dell’Acqua”. Strutture attualmente posizionate tra via Cuma ed il lago Fusaro, costituite da due ambienti rettangolari d’epoca romana, voltate a botte, nel maggiore dei quali sgorga una fonte geotermica. Reperti, ancora oggetti di parziali indagini archeologiche e dai quali si evincono i resti di un’antica villa patrizia d’epoca medievale, separati dalla moderna via Cuma e oscurati dalle moderni domicili di nuova costruzione. Uno stato di cose al quale va ad aggiungersi una decennale condizione di degrado, manifestata dalla presenza di rifiuti ingombranti, erbacce alte quasi due metri e residui di alcuni prefabbricati inutilizzati. Entrando, subito dopo aver superato il distributore di benzina della Q8 da pochi giorni posto sotto sequestro dagli uomini della guardia forestale, ci si imbatte in una serie di muretti un tempo utilizzati da un vetusto lavaggio per autovetture. Uno spiazzale per gran parte di proprietà privata, ricoperto da una folta vegetazione spontanea, grosse condutture abbandonate ed usualmente utilizzate per la strutturazione di un sistema fognario e da due fatiscenti baracche prive di custodia. Circa 60 metri d’incuria atte a nascondere lo splendore delle “Grotte”. Costruzioni evidentemente pericolanti sostenute all’interno da una decina di pali completamente arrugginiti. Spazi ed archi volutamente edificati dalla dinastia borbonica, all’interno dei progetti con i quali si provvide alla realizzazione di una spessa banchina tutt’intorno al lago Fusaro, che ricoprono gli interni sotterranei d’epoca romana. Un lago, da tempo rinomato per lo stato di degrado e d’inquinamento nel quale si ritrovano i suoi fondali, posto in comunicazione con le acque sorgive dell’impianto sovracitato mediante un antico servizio di canali. Bacino lacustre stanziato proprio all’esterno delle volte e portatore di un liquido puzzolente, marrone e segnato da un inquietante divieto di pesca, tutt’oggi non rispettato dai numerosi pescatori ancora presenti in loco. Esterni ancor più simbolici se si fa attenzione alla presenza di una cartellonistica esplicativa e descrittiva, naturalmente inutilizzata ed imbarbarita da atti vandalici, posta lì da due enti di fama nazionale e regionale: Miribilia ed Ente Parco. Il primo è un progetto atto alla rivalutazione ed all’illustrazione dell’intero patrimonio artistico nazionale, messa in essere mediante l’utilizzo di appostiti panelli. Il secondo, invece, dovrebbe essere l’ente preposto alla salvaguardia non solo dello stesso impianto termale, ma anche del limitrofo lago, troppo spesso deturpato dall’acclarata e già denunciata presenza di scarichi illeciti.

25/10/2009
Cronache di Napoli
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Assemblea sulla video-sorveglianza


Fatto un passo in avanti verso la messa in esecuzione dei numerosi progetti sulla video-sorveglianza. Una modalità di controllo più volte invocata durante gli ultimi Consigli comunali, precedenti al commissariamento del Municipio, ed organizzata mediante una commissione consiliare diretta dal signor Salvatore Grande. Un rappresentante delle ex liste civiche dell’avvocato Coppola, poi passato al Partito Democratico, molto spesso criticato dagli esponenti del centro-destra cittadino per la mancata concretizzazione delle svariate proposte avanzate dagli uomini del Pdl. Programmi rinvigoriti dall’ultimo incontro istituzionale avvenuto la scorsa mattinata presso gli uffici del commissario prefettizio bacolese, dottor Umberto Cimmino. Un incontro al quale hanno partecipato: Franco Malvano, ex questore di Napoli e attuale assessore alla sicurezza ed alla legalità della Provincia di Napoli; il dottor Ermanno Schiano, neo-eletto consigliere provinciale tra le file del Pdl nonché papabile candidato a sindaco del comune di Bacoli; il commissario Canta della Polizia di Stato; Marialba Leone, comandante dei vigili urbani di Bacoli; nonché lo stesso Cimmino. Tavolo tecnico, tenutosi proprio mentre le arterie stradali periferiche e gli edifici di Cuma e del Fusaro venivano inondate da un ingente mole di liquami, ove si è riposto l’accento sull’argomento della sicurezza e della videosorveglianza. Dibattito, non ancora supportato da alcun documento o verbale ufficiale, nel quale si è deciso di incaricare il comando dei vigili urbani per individuare quelle aree ove apporre i macchinari utili al servizio di monitoraggio. Videocamere, già ampiamente posizionate presso la rimodernata piazza di Baia, le quali dovrebbero essere collocate proprio all’interno del discusso sottopassaggio della stazione della Cumana del Fusaro. Un passaggio da troppo tempo interessato da fenomeni di sciacallaggio e d’imbarbarimento, ai quali non si è ancora riusciti ad apporre alcun rimedio. “Non sappiamo cosa come si sia evoluta la riunione – asserisce un dipendente comunale – ma è certo che l’incontro istituzionale sia stata voluto ed organizzato dal dottor Ermanno Schiano. Bisognerebbe contattarlo personalmente per conoscere le possibili evoluzioni dell’appuntamento mattutino”. Intanto anche presso il limitrofo comune di Monte di Procida si sta provvedendo a risollevare la problematica relativa alla video-sorveglianza. Una situazione critica, caratterizzata dalla mancanza di un regolamento interno utile per mettere in funzione e per poter usufruire delle numerose videocamere già presenti sul territorio.

24/10/2009
Cronache di Napoli
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Al Fusaro le fogne non reggono al maltempo


Un fiume in piena attraversato da centinaia e centinaia di autovetture. Sono bastati venti minuti per palesare le periodiche difficoltà in cui verte il malmesso sistema fognario del Comune di Bacoli. Deficienze, palesatesi intorno alle 12.30 della mattinata di ieri, che divengono ancor più evidenti se si considera la zona periferica della città. Una serie di allagamenti e di straripamenti con i quali si sono messe in ginocchio le arterie del Fusaro e di Cuma. Precipitazioni meteoriche alle quali si sono andate ad aggiungere le acque nere solitamente presenti nel sottosuolo e trasportate, attraverso vetusti sistemi di pompaggio, sino al discusso depuratore regionale di Cuma-Licola. Marciapiedi completamente ricoperti da un flusso di liquami e negozi costretti a chiudere anzitempo a causa dell’ingente mole di fanghiglia giunta sin oltre le imposte d’ingresso. Problematiche reali alle quali si è andata ad addizionare un fetore di fogna che ha costretto i numerosi residenti del posto a rinchiudersi in casa. Via Giulio Cesare, Via Fusaro, Via Cupa della Torretta e via Ottaviano Augusto sono state le arterie maggiormente colpite dal breve maltempo invernale. In particolare, quest’ultima, è stata praticamente interdetta la circolazione dato che il livello del fiumiciattolo ha raggiunto un’altezza pari ad oltre 60 centimetri. Una situazione d’emergenza la quale, proprio in un momento caotico della giornata contraddistinto dalla pausa pranzo e dal termine delle lezioni scolastiche, ha letteralmente paralizzato gran parte della trafficata strada adiacente al rimodernato parco vanvitelliano. Acqua piovana che, in questo tratto, ha raggiunto quasi i 40 centimetri d’altezza, causando numerosi malfunzionamenti e la paralisi del traffico veicolare. Macchine spente nel bel mezzo della carreggiata, auto inondate da un liquido marrone e tanta paura per un folto gruppo di ragazzi rimasti intrappolati all’interno dei locali affaccianti sul ciglio della strada. A ciò c’è da sottolineare la cospicua presenza di tombini rialzati a causa della forza delle acque reflue sottostanti o feritoie completamente otturate da rifiuti di ogni tipo canalizzatisi proprio verso tali canali di scolo. Immondizia, tra cui il contenuto di una capanna solitamente predisposta a contenere oggetti di plastica, che ha continuato ad invadere le corsie viaria rendendo così ancor più pericolosa e preoccupante la situazione. Rischi che hanno interessato anche i vari muri di contenimento, sopratutto dopo la recente caduta notturna di uno di essi, sparsi lungo tutto il territorio bacolese. Maltempo che ha colpito, seppur con danni ben minori, anche il limitrofo paese di Monte di Procida. Comune ove si è registrata la solita e copiosa mole d’acqua stanziatesi presso le stradine di via Giovanni da Procida e via Roma. Località, solitamente colpite da danni evidenti, ove stamattina si è fortunatamente evitata una possibile strage legata al cedimento di costoni. Malfunzionamenti che, particolarmente in stradina in cui è posto il piccolo depuratore locale, si sono verificati i soliti problemi legati alla puzza proveniente dalle putride vasche di disinfezione dell’impianto.

23/10/2009
Cronache di Napoli
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Questione viale Olimpico: Diatriba tra commercianti e sindacati


Sembra già terminato il sodalizio instauratosi pochi giorni fa tra i commercianti di Cappella e i rappresentanti provinciali del sindacato Fisa-Cisal. Un legame, voluto dagli stessi sindacalisti per tutelare i diritti degli esercenti, che è stato fortemente minacciato dalla veemente diatriba avvenuta la scorsa sera durante una periodica riunione del Comitato civico locale. Scontro verbale legato a motivazioni di principio che hanno infastidito non poco i componenti dell’assise. Difatti, a creare il motivo del contendere, è stato un mattutino incontro tenutosi tra Carlo Giordano, esponente della Fisa-Cisal, e l’ingegnere Michele Balsamo, coordinatore degli uffici tecnici del Comune di Bacoli. Un’assemblea sulla problematica viaria del trafficato viale Olimpico, della quale nessun operatore commerciale era stato posto a conoscenza. Ennesimo incontro istituzionale al quale, per una pura casualità, è intervenuto anche il giovane Mariano, commerciante del posto. Insolita riunione tecnica nella quale si sono posti alcuni importanti paletti: “I commercianti, così come precedentemente discusso, hanno delegato alla soluzione delle problematiche il signor Carlo Giordano, segretario regionale Cisal, nonché il signor Mariano Di Domenico, commerciante. Nei prossimi dieci giorni – continua il verbale redatto dal discusso confronto tra le parti – saranno realizzati una serie di aree di sosta nell’ambito di un accordo con la Sepsa – Eav, esecutrice dei lavori di messa in sicurezza della stazione di Baia”. Una nota dalla quale sono scaturite numerose e vibranti polemiche: “Non è possibile non avvertire l’assise di tali ed importanti incontri con le istituzioni. Avevamo scelto una delegazione ad hoc – continua un’agguerrita commerciante – e c’è bisogno di rispetto. Mi sento scavalcata, così non si va da alcuna parte”. Affermazioni sedate dal moderatore della serata, nonché promotore del primo sodalizio tra esercenti e sindacati: “Noi dobbiamo fidarci dei sindacalisti. Loro ci tuteleranno. Prima eravamo soltanto un gruppo rivoltosi. Senza questi personaggi – continua il signor Carannante – non siamo nessuno. E’ meglio delegare tutto nelle loro mani. Del resto Cappella ha bisogno di due rappresentanti in consiglio comunale”. Diatriba conclusasi con una pace apparente e cadenzata da una serie d’incomprensioni e urla di dissidenti, non ancora soddisfatti della situazione in cui attualmente verte l’economia locale, palesemente colpita dalle nuove ordinanze sulla viabilità periferica.

23/10/2009
Cronache di Napoli
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Via Terme Romane: ritrovati reperti archeologici


Timori e preoccupazioni nel corso dell’intera mattinata, hanno attraversato le strade e gli uffici dell’intera città di provincia. Difatti, in maniera non veritiera, si era sparsa la voce di possibili rallentamenti dei lavori della Sepsa, ancora in itinere lungo un tratto di via Terme Romane. Delle possibili difficoltà arrecate dal ritrovamento di un antica costruzione d’epoca romana, rinvenuta proprio nei pressi del cantiere aperto da circa tre settimane e che si chiuderà solamente nei primi giorni di marzo. Scoperta che ha mobilitato i maggiori rappresentanti della dirigenza comunale e i responsabili locali della Sovrintendenza di Napoli e Pompei. Un chiacchiericcio paesano, parzialmente smentito dalla realtà dei fatti. In effetti il rinvenimento, avvenuto alle prime ore del mattino, è stanziato a circa dieci metri dalla zona interessata dalle opere di costruzione utili per la creazione della stazione di Baia. Un piccolo muro, ricoperto da un possibile affresco d’epoca, il quale ha momentaneamente sospeso un’altra serie di lavori in corso proprio presso un’abitazione del posto. Opere, cominciate poche settimane fa in coincidenza con la chiusura del condotto viario, atte alla ristrutturazione di una villetta, sovvenzionata e voluta da un privato cittadino. “Stiamo solamente catalogando ciò che è stato portato alla luce – asserisce un tecnico ivi stante – ma non abbiamo intenzione di bloccare le operazioni. Non possiamo ancora asserire di che tipo di muro si tratti, di che periodo sia e in che contesto era inserito. Di sicuro la costruzione continuava all’interno dell’abitazione del privato cittadino interessato da tale faccenda. Ma, almeno per ora, non possiamo rilasciare ulteriori dichiarazioni compromissorie”. Intanto, terminate le operazioni di catalogazione ordinaria ed in seguito ad una miriade di foto, già verso le ore 14 del pomeriggio si è provveduto alla rimozione del materiale caduto in strada. Un ritrovamento che, quindi, non ha assolutamente preoccupato gli operai stipendiati dalla Sepsa i quali, ancora durante tutta la giornata di oggi, hanno continuato a scavare il tunnel sottorrraneo che permetterà all’utenza dei passeggeri che giungerà in tale località, di usufruire di un servizio avveniristico. Progetto, voluto e fortemente sponsorizzato dall’ex sindaco di Bacoli, avvocato Antonio Coppola, atto alla creazione di una scala mobile collegata direttamente con la moderna piazzetta del centro di Baia.

22\10\09
Cronache di Napoli

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Colletta alla scuola Plinio il Vecchio


Saranno i genitori a sopperire alle palesi carenze presenti presso l’Istituto Comprensivo Plinio il Vecchio del Fusaro. Bagni sprovvisti di carta igienica ed insegnanti privati dei più basilari oggetti utili per portare avanti le ordinarie ore di lezione. Continuano senza sosta i tagli programmati e preventivati dal governo nazionale e messi in essere dal Miur, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Una serie di carenze statali che vanno ad aggiungersi al mancato supporto economico del Comune di Bacoli a cui competerebbe il sovvenzionamento di fondi per ciò che concerne l’acquisto di materiale indispensabile. Oggetti di prima necessità utili quantomeno per garantire il regolare corso degli studi presso gli edifici scolastici di propria competenza. Presa in esame l'estrema precarietà dell'attuale situazione finanziaria dell'istituto, il Dirigente Scolastico, suo malgrado, si vede costretto a invitare i genitori più sensibili e collaborativi, per una straordinaria, fattiva e tempestiva collaborazione diretta. Un sodalizio indispensabile per garantire il normale svolgimento delle ordinarie attività scolastiche dell'istituto, attivandosi a fornire materiale di facile consumo, al momento non acquistabile con le ormai esauste risorse della scuola, come – continua il preside - carta per fotocopie, gessetto per le lavagne, carta igienica, sapone per mani, rotoloni asciugamani, detersivi per la pulizia dei pavimenti e delle pareti pistrellate, secchi, scope , guanti monouso, etc”. Tale è parte del verbale d’assemblea tenutasi lo scorso 13 Ottobre, indirizzata dal prof. Filippo Gnolfo, dirigente scolastico della Plinio il Vecchio, ai genitori della sede principale e delle due succursali dell’istituto comprensivo. Una richiesta d’aiuto spontaneo alla quale si sono susseguiti una serie di allarmanti moniti proferiti dagli addetti ai lavori: “Non riusciamo più a tirare avanti. Le nostre casse presentano dei buchi incolmabili che coinvolgono l’ordinario flusso delle lezioni – ha asserito uno sconsolato professore del complesso scolastico – Abbiamo computer vecchi e malfunzionanti. Inoltre nessuno parla dei numerosi furti che coinvolgono questo plesso. Hanno distrutto il laboratorio di scienze e hanno derubato anche numerosi pc presenti nella sala d’informatica. Subiamo almeno due furti all’anno ed a nulla è servito il servizio di telecamere presente lungo l’intero edificio. A ciò s’aggiunge il fatto che l’amministrazione bacolese non è repentina negli interventi di manutenzione. Nonostante gli innumerevoli solleciti, per aggiustare un rubinetto o un’imposta passano mesi e mesi”. Una realtà amara, confermata anche dai funzionari ed i dirigenti delegati al servizio della pubblica istruzione comunale. “Noi facciamo il possibile. Il nostro badget, pari a 1000 euro, lo abbiamo investito – continua la signora Paparone - per comperare sapone e salviette monouso”. Imbarazzi che si acuiscono nel momento in cui si tenta di fare un raffronto con il limitrofo Comune di Monte di Procida. Un paese ove, se si considera il settore scolastico, sono stati stanziati quasi 9000 euro soltanto per l’acquisto di “materiale per il funzionamento ordinario”.

22\10\09
Cronache di Napoli

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Bacoli: La villa comunale


Cumuli di terriccio posti in ogni dove, lastre protettive tuttora presenti in loco ed una miriade di materiale di risulta ancor gettato sui cigli delle aiuole ivi stanti. Un degrado palese ed indicativo che continua ad oscurare la recente opera di riqualificazione effettuata lungo tutta la villa comunale del pieno centro storico di Bacoli. Uno spazio verde, a cui è stata aggiunta sia una spoglia ed incompleta pista ciclabile che un moderno teatro utile per manifestazioni celebrative e canore, dirimpettaia al Municipio ed un tempo interessata da un continuo flusso di giovani e famiglie in cerca di ristoro. Un enorme spiazzale per il quale, secondo un bollettino ufficiale della Regione Campania del 2006, stati stanziati circa 550 mila euro. Denaro atto a finanziare dei lavori di sistemazione relativi al “recupero, riqualificazione e valorizzazione dei giardini, al fine di migliorare la loro fruizione”. Operazioni le quali potrebbero sintetizzarsi in “una realizzazione di un tratto di pista ciclabile, al riallineamento delle aiuole, alla creazione di una cortina verde protettiva, alla rimozione delle panchine preesistenti ed alla ripavimentazione dei vialetti con pietra di tufo squadrata”. Un’idea progettuale, di cui il responsabile unico era il coordinatore degli uffici tecnici, ingegnere Michele Balsamo, la quale allo stato attuale non sembra aver avuto il seguito preventivato. Basti pensare che le antiche panchine pubbliche giacciono ancora nei pressi di un vetusto campetto di bocce e nelle prossimità di un noto bar del posto o che l’impianto d’illuminazione pubblica già presenta alcune evidenti inefficienze relative alla mancata accensione di lampioni. Basti considerare che, proprio durante le scorse precipitazioni meteoriche, non entrò in funzione il teorico “nuovo impianto per la raccolta e lo smaltimento delle acque piovane” andando così a deturpare il moderno “restauro dei muretti in blocchi di pietra vesuviana, posti lungo il confine della villa con la strada”. Un allagamento incomprensibile che interdette lo spiazzale al periodico flusso di pedoni. Problematiche palesi alle quali non è ancora stata trovata risoluzione e che, molto probabilmente, andranno ulteriormente ad aggravare le casse comunali. A ciò va ad aggiungersi che lo stesso bando, precedente all’inizio dei lavori che dovevano concludersi in soli 200 giorni dall’assegnazione dello stesso, era finanziato dal Por Campania 2000/06, con fondi Pit Campi Flegrei.

21\10\09
Cronache di Napoli

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Bacoli: la fatiscenza dell'ufficio tecnico


Un altro edificio fatiscente posto a poca distanza dal malmesso Municipio cittadino di via Lungolago. Un'altra struttura pubblica insicura atta ad ospitare i numerosi dipendenti dell’Ufficio tecnico comunale. Un settore nodale per la vivibilità e la riqualificazione dell’intero territorio, stanziato da circa sei anni tra le mura di un complesso ricco di crepe, deficienze ed insicurezze. All’entrata, antistante alle imposte d’ingresso, s’innalzano una serie di pilastri ferrosi arrugginiti, contornati da una marea di erbacce nascoste alla visibilità pubblica. Un mancato diserbamento al quale s’aggiunge una saltuaria e produttiva coltivazione di pomodori ed una folta vegetazione di canne di bambù. Giunchi spesso cresciuti sino ai pressi delle finestre aperte al primo piano. All’interno, una serie di screpolature e rigonfiamenti preoccupanti presenti sia nei bagni che nell’ufficio centrale dell’ingegnere-capo Michele Balsamo, veterano coordinatore dei settori tecnici paesani . Tale è la condizione nel quale da decenni verte l’ immobile sito in via Miseno, adiacente al discusso lago Maremorto. Un bacino lacustre troppo spesso puzzolente e caratterizzato nelle scorse settimane da un’anomala moria di pesci a cui, nonostante i prelievi effettuati dall’Asl Napoli 2, non si è ancora data alcuna forma di spiegazione. Una costruzione già in passato, e per circa un ventennio, occupata dagli studenti del liceo scientifico di Bacoli. Un luogo all’interno del quale erano stati ospitati per sostenere le abitudinarie lezioni scolastiche. Un liceo adesso spostato in località Torregaveta, presso la nuova ed avveniristica struttura inaugurata agli inizi del nuovo millennio dopo lunghissimi periodi di lavori finanziati da un’ingente mole di finanziamenti regionali. Una situazione d’imbarazzo che va ad aggiungersi alle varie realtà di degrado presenti lungo tutto il paese. Uffici pubblici lasciati in un evidente stato d’incuria e privi di un’ordinaria manutenzione. Basti pensare all’immondizia posta a pochi passi dagli ingressi dell’Ufficio Anagrafe di via Gaetano de Rosa, o alla serie di computer e stampanti un tempo nascoste alle spalle del Comando dei vigili urbani. Condizioni di palese inefficienza che hanno spinto più e più volte i funzionari pubblici a manifestare il loro dissenso e la loro preoccupazione inerente alla mancanza di sicurezza sul posto di lavoro. Proteste alternatesi nel corso di questi ultimi travagliati mesi di disordini e cambiamenti amministrativi, ai quali non sono ancora giunte delle rassicurazioni. “Provvederemo entro settembre ad adeguare gli edifici municipali alle normative vigenti sulla sicurezza – asseriva una manciata di mesi fa l’ex assessore Vitale, in un incontro tenutosi alla presente dell’ex sindaco Antonio Coppola - i dipendenti non devono assolutamente preoccuparsi. Stiamo ricevendo i fondi per cominciare a breve i primi lavori di riqualificazione”. Parole alle quali, forse anche a causa della caduta dell’ex amministrazione, non è mai ancora stato dato seguito.

21\10\09
Cronache di Napoli
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Municipio di Bacoli sotto assedio



Maggiori controlli, continue identificazioni e presenza di un folto numero di tutori della sicurezza cittadina. Tale è l’attuale situazione nel quale si presenta il fatiscente Municipio di Bacoli allocato in via Lungolago. Tali sono le nuove disposizioni emanate dal Commissario prefettizio, Umberto Cimmino, in seguito alle convulse diatribe alternatesi nei giorni scorsi all’interno della casa comunale. Una serie di scontri verbali che hanno interessato svariati dipendenti e il segretario cittadino, Schiano di Colella Lavinia Giovanni. Battibecchi ai quali sono seguite le minacce di querele e denuncie sia presso l’ordine dei segretari provinciali e che presso la Procura di Napoli, avanzate dalla recente e movimentata assemblea dei lavoratori comunali. Scontri produttrici di una serie di contestazioni disciplinari, firmate dallo stesso segretario e già recapitate presso gli organi competenti. Una tensione forte che ancora oggi aleggia nell’androne municipale immediatamente antistante la porta d’ingresso. Un’entrata un tempo spalancata, e da oggi piantonata da ben due vigili urbani intenti nell’identificare tutti coloro che si appropinquano nelle prossimità delle soglie dell’edificio comunale. A nessuno sarà più permesso varcare le imposte del Municipio se non prima essere stati visionati ed interrogati dagli organi di polizia locale. Un’esperienza anomala vissuta quest’oggi anche dalla delegazione dei commercianti e dei residenti i Cappella, accorsi in loco per poter interloquire con il primo rappresentante dell’attuale amministrazione bacolese. Cittadini ai quali, prima di poter avanzare le proprie civili rimostranze al dottor Cimmino e al coordinatore degli Uffici Tecnici, Michele Balsamo, è stata controllata e momentaneamente ritirata carta d’identità. Un prelievo prolungatosi sino al termine del dibattito istituzionale e portatore di numerose perplessità. “Oramai viviamo in un vero e proprio stadio d’assedio – ha dichiarato un perplesso operatore commerciale, subito dopo aver ricevuto il proprio documento identificativo – questo Municipio è divenuto una zona militare. Una tensione veramente inspiegabile che si ripercuote su noi cittadini”. Dichiarazioni provocatorie alle quali è subito seguita risposta: “Abbiamo avuto ordine dall’alto di comportarci in questo modo – asserisce un pacato vigile urbano – in passato ci sono state delle difficoltà. Per tale motivo il prefetto ha deciso di assumere tale linea. Non credo che questo sia uno stadio d‘assedio,ma solamente un modo per assicurare maggior controllo e trasparenza”.

20\10\09

Cronache di Napoli

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Distributore di benzina sequestrato al Fusaro


Continua l’operazione ecologica promossa dalla Guardia forestale provinciale atta a monitorare le condizioni di criticità ambientale sparse lungo tutto l’hinterland napoletano. Azioni di monitoraggio le quali hanno focalizzato l’attenzione sulla miriade di scarichi abusivi allocati presso il perimetro del rinomato lago Fusaro. Un bacino lacustre da secoli conosciuto come un nodale sito atto alla mitilicoltura. Una caratteristica produzione aziendale ed internazionale contraddistinta, in passato, da coltivazioni di ostriche, e nel presente nota per l’allevamento di un’ingente mole di cozze. Un sequestro scattato nei confronti di un distributore di benzina posto a pochi passi dalla scuola media “Plinio il Vecchio”. La motivazione dell’intervento è da ricercarsi in un mancato rispetto delle norme tecniche relative all’incanalamento delle acque piovane cadute sulla piazzola della pompa. Un deflusso il quale dovrebbe assicurare il versamento di tale liquidi meteorici in apposite vasche depurative, predisposte per la filtrazione delle stesse prima della successiva canalizzazione presso le condutture della rete fognaria cittadina. Una mancanza che non assicurava alcun tipo di purificazione delle acque bianche, le quali potevano così inondare le già precarie tubature comunali. Una lacuna che permetteva a tali fluidi di immettersi direttamente nello stesso lago ivi presente. Atto giudiziario che rientra nel più ampio discorso di salvaguardia di un territorio più volte segnalato agli organi competenti, tra i quali anche il Nucleo Operativo Ecologico dell’Arma dei Carabinieri, da parte di cittadini allarmati per le scarse situazioni igienico-sanitarie nel quale vertono sia il lago che le propri foci. La notizia era già stata diffusa durante le prime ore della mattinata in seguito alla segnalazione di pronto intervento inviata dalla Guardia Forestale al comando di polizia municipale di via Gaetano De Rosa. Segnalazioni con le quali s‘invitava l’amministrazione comunale ad intervenire con propri uomini sul posto del sequestro. Una convocazione alla quale il Municipio ha risposto inviando un paio di vigili urbani ed un esponente dell’Ufficio tecnico. “Stiamo controllando un po’ tutta la zona di Bacoli e Monte di Procida – ha asserito Fasano, comandante della Guardia forestale. Non creiamo allarmismi. Purtroppo la provincia di Napoli è particolarmente interessata da fenomeni di questo tipo e il nostro corpo è sempre in azioni. Ovviamente siamo aperti a qualsiasi tipo di segnalazione accompagnata da foto e da fatti concreti. Le nostre operazioni di salvaguardia e controllo continueranno anche in futuro”

20\10\09

Cronache di Napoli

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Il sistema fognario a Bacoli


Una serie di allagamenti continui e protratti nel tempo. Anfratti inondati da scarichi fognari e cittadini più volte costretti a spalare la fanghiglia arrivata sin sotto le porte di casa. Strade, divenute fiumi, più volte interdette alla circolazione. Tale potrebbe essere la fotografia riassuntiva in cui versano le periferie ed il centro di Bacoli subito dopo una leggera pioggia autunnale. Una scottante realtà, figlia di numerose deficienze amministrative e gestionali intercorsesi nell’ultimo decennio di riassestamento. Anni in cui, proprio per salvaguardare la salubrità dei bacini lacustri paesani, si era deciso di eliminare gli scarichi fognari presenti lungo il perimetro del lago Miseno, mediante la costruzione di una fogna circumlaquale. Una serie di condotte messe poi in collegamento con l’impianto di sollevamento di Miliscola. Una struttura con la quale ancor oggi si continuano a pompare gli scarichi fognari provenienti dal centro di Bacoli e dalla periferia cappellese di Monte di Procida, sino al discusso depuratore regionale di Cuma-Licola. Un processo di canalizzazione al quale, grazie alla presenza di altri tre principali impianti di sollevamento allocati sul territorio bacolese, si aggiungono quasi il 94% degli scarichi fognari paesani e periferici. Un sistema teoricamente valido, ma praticamente ricco di gravose ed evidenti lacune. Falle sparse lungo tutto il terreno comunale e particolarmente palesi lungo la tratta di via Cuma e la traversa adiacente all’abbandonato campo polisportivo del posto. Si va da tombini completamente otturati, a feritoie prive di sbocco sulla strada, a canali di scolo ostruiti da fango, melma e materiale putrefatto. Una serie di incongruenze che, molto spesso, non consentono all’acqua piovana d’incanalarsi negli appositi canali adibiti allo scorrimento delle acque bianche. Precipitazioni meteoriche ormai divenute perenni motivi di lamentele da parte della cittadinanza locale. “Siamo stufi di questa situazione da terzo mondo che va avanti dal 1996 – asserisce il signor Giuseppe , intento a togliere del terriccio posto proprio sulla sommità di un chiusino – da molto tempo non viene fatta la manutenzione ordinaria. Una serie di lavori per i quali non viene mai stanziata un’ingente mole di danaro. Basterebbe poco per evitare questi disagi”.

19\10\09
Cronache di Napoli
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Bacoli: preoccupazione per via Montegrillo


Un costone, in gran parte franato e ancor oggi franante, non più idoneo a sostenere una grossa fetta della carreggiata di via Montegrillo. Una serie di scogli bianchi appoggiati alla riva per consolidare ciò che continua a franare giorno dopo giorno. Fossati ricchi di terriccio e nuove crepe pronte a segnare una strada principale da troppo tempo posta sotto i riflettori a causa della sua evidente inagibilità. Tale è il panorama visibile da una barchetta a remi posta a poca distanza dalla roccia atta a sostenere la sovra citata strada provinciale utile per congiungere la zona puteolana di Lucrino con la periferia bacolese di Baia. Un percorso cittadino posto a poca distanza dal monumentale Castello aragonese, uno dei musei più importanti nel panorama europeo. Una via che affaccia su di una città sommersa e protetta dalla Sovrintendenza dei Beni Archeologici di Napoli e Pompei. Un ente più volte entrato in collisione con le pretese del Consiglio provinciale e con le deliberazioni emanate dall’ex giunta cittadina capeggiata dall’avvocato Antonio Coppola, con le quali si voleva cercare un modo per rimettere in sesto uno snodo cruciale per la viabilità bacolese. Presunti lavori attualmente mai messi in opera ma da tempo decantati dalle varie amministrazioni competenti. Da dicembre, infatti, continuano ad alternarsi pareri contrastanti che non vanno a giovare alla risoluzione di una problematica che continua ad alimentare i forti malumori dei cittadini e dei commercianti locali. Ma tornando alla spaventosa immagine visibile da mare, si resta basiti nel constatare che, proprio sotto buona parte della carreggiata attualmente vietata alla circolazione, non esiste alcun sostegno naturale o artificiale. Nulla che possa far pensare ad una pronta e completa riapertura di Punta Epitaffio. Via di comunicazione attualmente usufruibile mediante una corsia a senso alternato regolata da una serie di semafori momentanei. Una situazione d’emergenza messa in piedi nell’attesa di una risoluzione della querelle apertasi tra i vari enti interessati. Posizioni ferme le quali, per stessa ammissione dell’ingegnere Michele Balsamo, dipendente comunale interessato direttamente alla vicenda, potrebbero conciliare a breve termine. “Non voglio continuare a dare delle false speranze all’intera popolazione – asseriva Balsamo, soltanto ieri mattina durante un’assemblea tenutasi presso il suo ufficio di via Miseno – ma posso assicurarvi che tra pochi giorni dovrebbe sbloccarsi tutto. Penso che a breve partiranno i lavori di consolidamento della costa interessata dalla frana dello scorso inverno. Non ci resta che attendere futuri miglioramenti”. Una realtà allarmante alla quale va ad aggiungersi la recente chiusura, a causa dei lavori programmati dalla Sepsa, della limitrofa stradina di via Terme Romane. Una serie di interdizione che, oltre ad ingolfare ancor di più le arterie principali del piccolo Comune dell’hinterland napoletano, non fanno altro che incrementare i disagi dei locali rendendo sempre più complicato l’accesso e l’uscita dal paese.

17\10\09
Cronache di Napoli

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Ancora amianto a Bacoli


Risolto un problema, se ne apre un altro. Rimosse gran parte delle lastre di amianto presente da mesi e mesi sul territorio di Bacoli. Materiale cancerogeno allocato presso i cigli stradali delle periferie cittadine da almeno 8 mesi e tolto solo in seguito all’interessamento dell’assessore all’ambiente della Regione Campania, Walter Ganapini. Dottore il quale, proprio durante una manifestazione pubblica avvenuta un mese fa, aveva rassicurato gli astanti promettendo una sicura e pronta bonifica delle aree interessate a tale fenomeno d’abbandono. Promesse alle quali si è dato seguito rimuovendo materiale in amianto presente presso via Ottaviano Augusto e via Bellavista, poco distante dall’Asl Napoli 2. Solidi lasciati marcire nelle prossimità di una nota pescheria del Fusaro e a pochi metri da parchi ricchi di abitazioni. Un provvedimento necessario ed inevitabile rimarcato anche attraverso un comunicato ufficiale apparso nella giornata di ieri presso il sito ufficiale del Comune di Bacoli. “E’ stata completata l’operazione di rimozione dei materiali eternit sul territorio comunale. L’intervento – continua il verbale redatto dal geometra Luigi Della Ragione, capo del settore tecnico – è stato seguito da ditta specializzata del settore in seguito all’autorizzazione rilasciata dall’Asl Na 2 in data 08-10-2009”. Un decantato successo al quale fa seguito il monito a non abbandonare rifiuti di qualsiasi tipo sul territorio comunale. Ma al di là dei documenti ufficiali c’è da individuare, con disappunto, che nonostante i duri moniti municipali non si è ancora posto fine ad un’abitudine che rischia di nuocere alla vivibilità e all’immagine di un’intera popolazione. Infatti, proprio a pochi passi dalla Casa comunale e dall’Ufficio tecnico locale, è possibile notare la presenza di tre lastre d’amianto gravemente sminuzzate e quindi ancor più pericolose e nocive. Una realtà amara, nascosta tra i bidoni della raccolta differenziata e vigente proprio nello spazio atto ad ospitare le attività di mercatura. Mercato che è solito svolgersi il sabato mattina e nel quale si concentrano centinaia e centinaia di persone provenienti anche dal vicino Comune di Monte di Procida. Lastre che restano da giorni stanziate a poca distanza dalla nuova villetta cittadina e nascoste in un luogo adibito a parcheggio. Uno spiazzale abitualmente frequentato da bambini e ragazzi e che affaccia direttamente sul rinomato lago Miseno.

17\10\09
Cronache di Napoli

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Il Depuratore di Monte di Procida non è a norma; scatta il sequestro


Una clamorosa notizia ha animato l’intera mattinata del piccolo Comune flegreo. “Il depuratore di via Giovanni da Procida risulta in esercizio a seguito di disposizione sindacale del 30-05-2008 e lo stesso è sottoposto a sequestro da parte del Comando dei Carabinieri per la tutela dell’ambiente, Noe di Napoli, a far data dal 10 Agosto 2009”. Con questo incipit si apre la discussa deliberazione di Giunta comunale redatta nello scorso 7 Ottobre. Un atto ufficiale all’interno del quale, per la prima volta, s’informa la cittadinanza locale che la vasca Imhoff paesana è stata oggetto di un’indagine estiva da parte del Nucleo Operativo Ecologico di stanza presso la città di Napoli. Una bomba scoppiata subito dopo la pubblicazione della sovra citata ordinanza e alla quale sono seguite numerose dichiarazioni di sdegno e stupore verso un atto giudiziario nascosto alla popolazione per circa due mesi. Sequestro con il quale si ripone luce su di un depuratore tanto discusso nel corso dell’ultima stagione estiva caratterizzata da un disastro ambientale che ha interessato l’intero litorale domitio-flegreo. Un impianto sito in via Giovanni da Procida il quale a dispetto della definizione di depuratore che gli si da, altro non è che una fossa settica, riconosciuta col nome di vasca Imhoff. Un congegno costituito, qualora funzionasse alla perfezione, da un "trattamento primario", consto di una sedimentazione di tipo meccanico e di processi di fermentazione, e da un "trattamento secondario" avente lo scopo di trasformare in sali minerali i vari componenti organici presenti nel liquame. Un tipo di vasca utilizzata normalmente per lo smaltimento delle acque di scarico domestiche nelle località prive di rete fognaria urbana e che secondo il decreto legislativo 152/1999, dovrebbero essere allocate presso quelle aree in cui impiantare una rete fognaria risulta essere fortemente antieconomico. Un processo ideale il quale non può ritrovare un’effettiva concretizzazione nella realtà odierna, poiché tale struttura è stata edificata nel lontano 1956. “Il sequestro è stato effettuato direttamente dal nostro comandante – ha asserito un responsabile del Noe di Napoli, interrogato sulla questione – dopo l’arrivo di numerosissime segnalazioni in merito alla presunta inefficienza della struttura depurativa. Un impianto tutt’ora funzionante visto che, per evidenti motivi pratici, è stata concessa la facoltà d’utilizzo. Penso che tale disposizione sia stata data dalla Procura di Napoli in seguito ad un nostro sopralluogo fatto in loco nei primi giorni di Agosto”. Una fossa settica in passato può volte ritenuta fuori legge dal dott. Walter Ganapini, assessore all’Ambiente della Regione Campania, e aspramente criticata dall’ingegnere Bruno Orrico, responsabile regionale della Protezione Civile. “Il depuratore allocato in via Giovanni da Procida, è stato posto sotto sequestro con la facoltà d’uso. Le motivazioni di tale atto, però, non sono state inviate all’amministrazione vigente, visto che i carabinieri del Noe hanno notificato il sequestro soltanto alla ditta che gestisce l’impianto”. Sono queste le dichiarazioni ufficiali rilasciate dall’ingegnere Andrea Marasco, funzionario presso l’Ufficio tecnico cittadino. Una risposta formulata subito dopo l’allarme avanzato dal consigliere di minoranza, Giuseppe Pugliese. Difatti, il capogruppo consiliare di Svolta Popolare, è stato il primo ad individuare l’anomala constatazione presente nella deliberazione di giunta dello scorso 7 ottobre. “E’ pazzesco constatare che il discusso depuratore locale sia stato posto sotto sequestro dal Nucleo Operativo Ambientale dell’Arma dei carabinieri di Napoli. Una presa di posizione successiva alle indagini partite – asserisce lo stesso Pugliese - in seguito ad una mia segnalazione inviata nei primi di Luglio. Come è possibile che nessuno sia stato avvisato di un provvedimento che interessa l’intera comunità montese?”. Inoltre c’è da constatare che la convenzione con la Gdm, società responsabile della manutenzione ordinaria dell’impianto, scadrà nella giornata di oggi. Una data limite alla quale non è ancora seguita la pubblicazione di un nuovo bando pubblico. E pensare che soltanto pochi giorni fa, durante l’ultimo consiglio comunale paesano, il sindaco Francesco Iannuzzi aveva rassicurato tutti asserendo: “Abbiamo tutte le carte in regola. Lo stesso Marasco mi ha assicurato che, il depuratore e la Gdm, non presentano alcuna inadempienza”.

16\10\09
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L'alga rossa invade la spiaggia romana


Il tanfo, anche oggi, è insopportabile. Un miasma generato da un’immane quantità di alghe rosse arenatesi da alcuni giorni presso la battigia della spiaggia romana. Una striscia rossa spessa una trentina di centimetri ed estesa per circa 3 km, che va ad alimentare la rabbia degli operatori turistici presenti sul posto. Non sono bastate le segnalazioni degli anni passati, così come non è stato utile contattare gli esponenti dell’Ente Parco campi Flegrei. Un’associazione di rilevanza regionale la quale più e più volte ha manifestato il suo disappunto in merito ad una possibile rimozione manuale di tali alghe marine. Un parere contro-tendenza dettato dalla volontà di difendere l’ecosistema del litorale locale, ma poco sensibile alle esigenze dei lavoratori e dei cittadini del posto. “Siamo stanchi di questo degrado che va avanti da anni e anni. E’ tutta colpa del depuratore di Cuma se si viene a creare questa periodica ed imbarazzante situazione – asserisce l’inviperito proprietario di un noto lido ivi stante – infatti la melma fuoriuscente dalla foce dell’impianto di depurazione non fa altro che gettare in mare delle sostanze nocive atte a generare questo esemplare di alghe rosse. Degli organismi i quali, durante i vari flussi marittimi, vengono poi trasportati sulla sabbia andando a creare dei cumuli altamente pericolosi”. Una sottospecie di alghe pluricellulari caratterizzate da pigmenti fotosintetici rossi e blu, che le conferiscono un colore rosso scuro celante il verde della clorofilla. “In alcuni giorni non possiamo neanche aprire le finestre a causa dell’odore acre e fastidioso – asserisce invece un’anziana residente – a volte le alghe penetrano nelle foci del lago Fusaro e si stagnano lì finché non viene apportato un urgente opera di rimozione. L’anno scorso abbiamo dovuto chiamare i pompieri”. Una problematica caratterizata da un’ordinaria straordinarietà la quale richiama nuovamente in causa le responsabilità dell’amministrazione locale. Una dirigenza a cui spetterebbe il solo compito di segnalare l’evento presso le autorità regionali competenti.
15\10\09
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Tomba d'Agrippina


Ancora uno spreco paesano, ancora una bellezza architettonica d’epoca romana interdetta a turisti e residenti. Tale è la situazione in cui verte il rinomato sito turistico de “la Tomba d’Agrippina”. Unica parte superstite di una villa marittima sorta nell’area dell’odierna Marina di Bacoli, l’edificio è un odeon, vale a dire un piccolo teatro. Un monumento innalzato in epoca augustea costituito da tre emicicli, due superiori, posti alla medesima quota, ed uno inferiore. Un’opera d’inestimabile valore culturale e storico presso la quale si la tradizione aveva collocato, in modo errato, il sepolcro di Agrippina, madre di Nerone uccisa nel 59 d.C. Una struttura attualmente lasciata in una condizione d’abbandono e interdetta alle visite per cause ignote alla cittadinanza del posto.Questo opera è sfortunatamente stata chiusa in seguito ad una cronica mancanza di fondi che non ha permesso di iniziare i lavori di rimodernamento – asserisce un dipendente degli uffici del Museo archeologico di Baia – la costruzione, edificata del I secolo d.c. è attualmente inagibile”. Un’impraticabilità alla quale segue la mancanza di manutenzione ordinaria e di diserbamento che rende ancor più fatiscente una località un tempo ricca di visitatori provenienti da ogni dove. Da evidenziare che tale ambiente è inserito all’interno del progetto Mp-Mirabilia. Un innovativo sistema di comunicazione del patrimonio culturale nazionale caratterizzato dalla presenza di pannelli informativi realizzati, in maniera artigianale, su lastre d’acciaio. “Non eravamo a conoscenza di tali allarmanti situazioni – asserisce una responsabile della segreteria centrale della Mp-Mirabilia stanziata a Roma – segnaleremo subito il tutto agli uffici competenti”. Difatti sono numerose le strutture architettoniche locali nelle quali i moderni cartelli apposti dalla società sovra citata sono o oscurati dalle erbacce o gettati nel fango e nella melma o non utilizzabili a causa della non apertura del sito stesso. Basti pensare che in località “Grotte dell’acqua” le suddette lastre sono lasciate marcire nella fanghiglia, mentre presso la rinomata “Cento Camerelle”, tale lastra è oscurata da un’ingente mole di erbacce. “Abito da quattro anni presso Marina Grande – asserisce uno sconsolato Sergio, cittadino del posto – e posso assicurare che non ho mai potuto ammirare le bellezze presenti presso la Tomba d’Agrippina”.

15\10\09
Cronache di Napoli
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Ancora rifiuti nei pressi del municipio bacolese


Una vera e propria discarica a cielo aperto posta a pochi passi dagli uffici dislocati del Municipio cittadino. Motorini di vecchia generazione ammassati sulle pareti ammuffite e ricche di crepature, buste dell’immondizia indifferenziata ammucchiate presso le aiuole da poco diserbate e una marea di mattoni e di materiale di risulta accantonate in un angolo sottostante l’entrata dell’ufficio anagrafe del Comune di Bacoli. Tanta spazzatura allocata in un unico luogo e ben visibile agli occhi di residenti, cittadini e di visitatori. Turisti che, molto spesso, sono soliti passare attraverso tale spiazzale per poter giungere alle non lontane strutture architettoniche presenti in via Piscina Mirabile o in via cento Camerelle. Una situazione di assoluto imbarazzo che va ad ingigantirsi se si pensa che solo pochi giorni fa erano stati rinvenuti una incredibile mole di materiale informatico a poca distante dall’attuale zona imbarbarita. Computer, scaffali, sedie, tastiere e monitor di vecchia data, lasciati per settimane incustoditi ed abbandonati presso una stradina a percorrenza pubblica. Un degrado generato da un’anomala e continua mancanza di manutenzione ordinaria. Una condizione di abbandono che si ritrova a pochi passi dal Comando dei vigili urbani e sulla quale affaccia la finestra della comandante Marialba Leone. A nulla sono servite le segnalazioni fatte da semplici cittadini presso le autorità competenti. A nulla sembra aver contribuito l’incessante richiamo alla Flegrea lavoro spa, società incaricata alla rimozione di tale tipo di rifiuto. Oggetti abbandonati che si vanno ad aggiungere alla condizione di putrescenza in cui ancora verte la limitrofa villetta di via Campi Elisi. Una piazza pubblica, suddivisa in più livelli, non ancora ripulita e chiusa al pubblico in attesa di futuri lavori di bonificazione e di diserba mento. E pensare che a pochi metri da questa evidente incuria gestionale, si ritrova la rimodernata biblioteca municipale ed una serie di uffici pubblici.

13\10\09
Cronache di Napoli
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Bambine rom annegate a Torregaveta: A breve partirà il processo


Prima la diatriba tra consiglieri, poi le delucidazioni sulle prossime sentenze di natura civile. In seguito alle veementi discussioni tenutesi durante l’ultimo Consiglio comunale di Monte di Procida è tornata in auge una drammatica tragedia che comportò l’annegamento di due bambine rom, decedute a causa dell’intenso moto ondoso che caratterizza il litorale di Torregaveta. Un decesso al quale è seguito un atto di citazione verso i Comuni limitrofi di Bacoli e Monte di Procida redatto dall’avvocato Giacomo Perreca, difensore giuridico degli eredi delle giovani vittime. “L’Ufficio Circondariale Marittimo di Pozzuoli, ha disciplinato le attività balneari prevedendo che la zona di mare per una distanza di 200 metri dalle spiagge è prioritariamente destinata alla balneazione e che tale limite dovrà essere segnalato dai concessionari di strutture balneari o dai Comuni costieri. Gli stessi, in assenza di appositi gavitelli rossi, dovranno quantomeno – continua lo stesso avvocato nella sua nota – provvedere ad apporre un’adeguata segnaletica ben visibile dall’utenza. Inoltre si ha l’obbligo di segnalare il limite entro il quale, le persone non esperte al nuoto, possono effettuare la balneazione. Ciò detto vi è da constatare che i Comuni di Bacoli e Monte di Procida hanno reiteratamente ignorato e disatteso le predette prescrizioni ministeriali, non solo non segnalando il limite delle acque sicure mediante gavitelli, ma addirittura omettendo di apporre in loco un’ insegna che indicasse la pericolosità delle acque. Una cartellonistica assente almeno sino a due giorni dopo il decesso”. Una serie di violazioni che ha comportato la citazione in sede civile dei due Comuni costieri innanzi alla sezione distaccata di Pozzuoli del Tribunale di Napoli, per un’udienza che si terrà il prossimo 13 Gennaio, “utile ad individuare le possibili responsabilità ed i conseguenti risarcimenti pecuniari, agli eredi delle vittime, per tutti i danni patiti”. Una tragedia estiva capitata nella tarda mattinata del 19 luglio 2008 e che coinvolse le giovani Cristina e Violetta Djordjevic. Un’evitabile fatalità avvenuta presso l’arenile posto nelle vicinanze del capolinea della linea ferroviaria della Cumana. Una spiaggia libera, per metà bacolese e per metà montese, alla quale accedettero le 2 bimbe, in compagnia un paio di amiche, per godere del mare ivi stante. Ma in brevissimo tempo le stesse minorenni rom furono trascinate, a largo della costa, dalle forti correnti marine e dalla presenza di mulinelli che le risucchiarono inevitabilmente a fondo, sino a restituirle in superficie, ormai esamini. Una duplice morte che fa da corollario alla decina di decessi verificatesi negli ultimi quindici anni presso questa costa da sempre riconosciuta come un luogo ricco di insidie e di mareggiate pericolose.Per anni le amministrazioni locali, nonostante siano ben consce dell’estrema pericolosità del litorale di Torregaveta, hanno lasciato la spiaggia in una situazione di totale insicurezza e d’abbandono. Ci dovevamo dimettere tutti – urlava il consigliere Pugliese durante l'ultimo Consiglio comunale – poiché furono violate le norme sulla sicurezza. E’ una vergogna immane. Nessun avvocato potrà evitare al Comune di pagare un’ingente somma di risarcimento in sede civile”. Durissime accuse alle quali dai banchi di un sicuro centro-destra rispondeva Lubrano lo Bianco: “Il Comune non ha colpe. Non ci diciamo sciocchezze. Le bambine erano straniere ed in ogni caso non conoscevano l’italiano”.

13\10\09
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La fatiscenza del municipio di Bacoli


Le crepe, la sporcizia e la fatiscenza degli interni e degli esterni. Vane proteste passate, consequenziali alle sorprendenti fughe verso siti più rimodernati ed accoglienti compiute da coloro che dovrebbero quantomeno assicurare la sicurezza dei propri dipendenti. Ma del resto non c’è da meravigliarsi se proprio la Casa comunale verta in uno stato di palese inefficienza. Non c’è da stupirsi se lo stesso Municipio di Bacoli venga privato di qualsiasi tipo di ristrutturazione atto, perlomeno, a dare una presunta dignità a quello che dovrebbe essere il centro della politica e dell’amministrazione locale. Una struttura-simbolo di un paese che lentamente cade verso il baratro per via di una carenza gestionale e di una assenza di ordinaria manutenzione. D’altra parte, a due passi dal palazzo comunale, s’incastonano bene le nuove e sterili opere di riqualificazione compiute presso la villa cittadina, l’insolita presenza di rifiuti ingombranti alle spalle del comando vigili paesano o la decantata ed incompiuta pista ciclabile parallela al lago Miseno. Una Casa comunale rifiutata in passato dallo stesso sindaco Antonio Coppola, che preferiva rifugiarsi negli androni e nelle sale allocate presso la maestosa villa Cerillo. Un palazzo d’epoca il quale, proprio durante i lavori di restauro effettuati attraverso dei fondi europei utili per creare una sorta di circolo culturale, ha ospitato il primo cittadino, la sua segreteria, gli incontri ufficiali e le giunte tra gli ex assessori. “Non penserete mica che tornerò in quel tugurio del Municipio? Esso è una struttura vetusta e inadeguata per ospitarmiaffermava l’avvocato Coppola in un’intervista dello scorso mese di Maggio – io, ed i futuri sindaci di Bacoli, resteremo in villa Cerillo”. Intanto però tornando all’edificio di via Lungolago, in seguito a numerose e continue proteste primaverili da parte dei dipendenti pubblici, che rimarcavano la pericolosità della struttura nella quale erano costretti a lavorare, seguirono le promesse dell’ex assessore Vitale. Rassicurazioni con le quali s’affermava che in attesa dei fondi regionali, l’amministrazione in carica avrebbe provveduto a finanziare lavori per risistemare il Municipio in modo tale da rispettare i vincoli della 626. Una serie di attività che avrebbero assicurato, entro l’inizio dello scorso Settembre, anche il montaggio di una serie di climatizzatori. Propositi caduti nel vuoto e ai quali, con l’arrivo del nuovo commissario prefettizio, si è quantomeno aggiunta la buona usanza di lasciare villa Cerillo alla sua originaria destinazione, riportando la massima carica locale presso la sede di competenza.

11\10\09
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Piazza cittadina di Baia


Migliaia e migliaia di euro spesi nel corso degli anni. Mesi e mesi di chiusura prima di un’insperata apertura. Visite prestigiose ed inaugurazione effettuata alla presenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Questa è la fotografia che meglio rappresenta la situazione in cui è stata mantenuta la piazza cittadina di Baia durante gli ultimi anni di lavori e di pomposa progettualità. Un periodo lungo e tortuoso utile per partorire un’opera d’inestimabile valore. Ornamentali colonne di reminescenza romana, un piccolo teatro mai utilizzato per manifestazioni artistiche o culturali, una serie di barriere architettoniche più e più volte denunciate attraverso video, foto e lamentele dalle associazioni cittadine ed una fontana barocca, quasi mai funzionante, costata decine di migliaia d’euro. Un fiore all’occhiello per l’ultima amministrazione Coppola alla quale dovrà collegarsi, attraverso una serie di scale mobili, la futura e futuristica stazione di via Terme Romane. Un sito particolarmente trafficato e frequentato da masse di giovani provenienti dall’hinterland napoletano e dal centro di Bacoli, lasciato in una condizione piena di palesi malfunzionamenti. Tra essi è però impossibile accantonare la questione relativa alla pomposa fontana allocata proprio all’ingresso dello spiazzale locale. All’inaugurazione, essa presentava una miriade di pesciolini rossi ed un’acqua limpida che, attraverso un sistema di pompaggio risaliva per un condotto interno e fuoriusciva da pannelli posti su un palo d’alluminio. Una struttura appariscente la quale, durante le fastose sere estive, illuminava l’ambiente antistante attraverso una serie di faretti. Una sorta di sorgente meccanizzata che, forse a causa di una mancata manutenzione ordinaria e straordinaria, non solo risulta essere spenta e deteriorata ma è divenuta una vera e propria mini discarica abusiva. Basti pensare che allo stato attuale l’acqua esistente nella vasca annessa all’impianto, ha assunto un'anomala colorazione verdastra. Inoltre, dopo una prima analisi delle condizioni in cui verte la piazza, c’è da notare l’assoluta inutilità delle svariate telecamere posizionate lungo la zona. Un sistema d’ispezione che non può essere utilizzato vista la mancanza di un guardiano predisposto al controllo delle immagine proiettate su di un televisore che, alla data di oggi, risulta essere spento ed abbandonato a stesso all’interno di un gabbiotto. Intanto, in attesa di pronti d’interventi, si attendono ancora le delucidazione dell’Ufficio tecnico cittadino diretto dal coordinatore, ingegnere Michele Balsamo.

10\10\09
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Marina Grande: le fogne scaricano in mare


Una puzza smisurata ed un mare caratterizzato da un colorito insolito. Chiazze bianche sparse lungo tutto lo specchio d’acqua di Marina Grande nelle vicinanze del nuovo molo portuale. Un pontile, tanto voluto dall’ex amministrazione locale, portato a termine nello scorso mese d’Aprile nonostante i lavori di rimodernamento dovevano concludersi entro il Febbraio del 2008. Un attracco di fondamentale importanza per l’intera cittadinanza, presso il quale dovevano giungere un maggior numero di traghetti rientranti all’interno del progetto “Metrò del mare”, Opere, finanziate dalla Comunità Europea e inserite tra gli “Approdi di Ulisse”, iniziate nel 2007 e portatrici di numerose oscurità e problematiche. Un servizio offerto alla popolazione ed ai turisti che non è mai riuscito a spiccare il volo, nonostante siano state istituite delle navette pubbliche ed ecologiche, dirette proprio verso il “porto” di Marina Grande. Si parte dalla spiaggia del borgo, ricca di materiali di risulta sotterrati tra i granelli della poca sabbia ancora esistente, a stradine sterrate per facilitare il passaggio di camion attraverso l’imponente cantiere, e lasciate nel più totale abbandono. Ma tra le svariate sfaccettature presenti “in loco” è impossibile non notare l’incredibile tanfo proveniente dalle rive adiacenti.Da Aprile le fogne costeggianti il litorale scaricano direttamente in mare – denuncia uno sconsolato Giancarlo – purtroppo in seguito alle ultime operazioni di riqualificazioni, il flusso delle correnti è cambiato, causando seri danni alla popolazioni”. In effetti, proprio a pochi passi da una serie di dimore, è possibile vedere l’effetto generato dalle recenti mareggiate autunnali. Le onde, nel corso dei maltempi, hanno eroso un masso di cemento sotto il quale sono allocate varie condutture fognarie. Tubature trasportanti acque reflue dirette verso le pompe di sollevamento della zona, ma evidentemente ricche di falle e perdite. Affacciandosi dal muretto è facilmente visibile un’anomale schiuma bianca fuoriuscente dal basso e gravitante nel liquido marino. Una fuoriuscita che crea una situazione imbarazzante per un litorale ove il mare è da sempre stato considerato balneabile dalle periodiche analisi dell’Arpa Campania. “Non riusciamo a convivere con tale puzza giornaliera. Come è mai possibile che l’acqua abbia questo colore grigiastro? Abbiamo contattato l’Ufficio tecnico di Bacoli – continua Giancarlo – ed anche la Capitaneria di porto denunciando questo grave disastro ambientale, ma nulla si muove. I tombini sono ricoperti da asfalto, cemento e spazzatura. E questo dovrebbe essere il nostro biglietto da visita da lasciare ai visitatori?

10\10\09
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Bacoli - Monte di Procida: protocolli d'intesa


Cappella, Torregaveta e Miliscola. Tre aree di confine perennemente trascurate e prive di un’adeguata struttura viaria e fognaria. Motivi per il quale dagli uffici amministrativi di Bacoli e Monte di Procida si levò forte la voglia di concordare insieme le future opere di riqualificazione. Concordati che, in seguito ad un paio di sedute consiliari congiunte, hanno partorito delle deliberazioni ricche di belle speranze, ma prive di alcuna consequenzialità. Si ricordano carte bollate nel lontano 2006 dal neo vice-sindaco montese, Michele Petrone, nelle quali si forniva un elenco dei lavori urgenti da eseguire nelle zone di periferia. Atti in cui si richiedeva per Torregaveta “la realizzazione di idoneo marciapiede atto a collegare in curva la discesa e/o salita alla Stazione con la pensilina stazionamento bus” oppure degli “interventi alla zona sud-ovest, antistante la montagna, con il ripristino del vecchio percorso di accesso diretto alla spiaggia”. Opere mai concretizzate alle quali si aggiungono la fallita “realizzazione, in tema di viabilità, di un permanente ed indispensabile servizio bus atto a collegare frazioni e centro” e “l’effettuazione, il completamento ed il miglioramento dell’ impianto di rete fognaria, pluviale e di illuminazione nonché la riconfigurazione mediante pulizia e diserbamento e pavimentazione realizzata con misto cementato e riquadri di mattoni rossi della degradata via Caranfe”. Interventi che, al di là della loro mancata messa in essere, erano considerati “molto ma molto importanti” dallo stesso rappresentante dell’Udc. Documentazioni alle quali bisogna annettere il protocollo d’intesta firmato dai due Comuni limitrofi nell’Aprile del 2008. Discussioni veementi, tenutesi presso la palestra dell’istituto “A.Gramsci”, in cui si esprimeva “l'esigenza di essere operativi e di concordare subito la formazione della delegazione incaricata di recarsi in Prefettura per chiedere al Prefetto maggiori forze dell'ordine sul territorio”. Dibattiti all’interno dei quali il consigliere montese Ettore Prodigio faceva pesanti “riferimenti ai problemi della rete fognaria di Cappella risalenti negli anni ed al fatto che non si è tenuto nel debito conto la questione dei nuovi allacci, alcuni dei quali abusivi” o invece “alla insicurezza generata da lesioni nelle case e nei palazzi”. D’altra parte mentre il consigliere Illiano “ricordava la sua recente campagna elettorale ricca di lamentele e di promesse”, Giuseppe Pugliese, rappresentante di Svolta Popolare, rammentava uno scritto d’epoca. Una drammatica relazione , sottoscritta 101 anni addietro dal Commissario Prefettizio Marchetti che curò l'elevazione a Comune di Monte di Procida, distaccatosi dal Comune di Procida, che raggiungeva toni drammatici quando descriveva la condizione di Cappella. “Un deficit che dopo oltre un secolo – continuava Pugliese - non era stato ancora colmato”. Constatazioni alle quali il consigliere bacolese, Franco Macillo, associava la questione delle acque nere provenienti da Monte di Procida e causa di allagamenti in località Mazzone.

10\10\09
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Consiglio comunale a Monte di Procida


Quattro ore di accese discussioni, un folto pubblico presente, tante interpellanze e poche risposte. Un’elettricità insolita ha animato l’ultimo Consiglio comunale tenutosi presso il Municipio locale. Un botta e risposta continuo, contraddistinto da punte di nervosismo e da eccessive manifestazioni di eloquenza, atto a porre dei punti fermi su tematiche di notevole importanza. Si parte dalle peculiarità relative al nuovo piano viabilità, passando attraverso le future cause civili intentate verso l’amministrazione cittadina, sino a giungere alle accuse rivolte nei confronti della vasca Imhoff. Ma, al di là delle numerose interrogazioni, c’è da rimarcare la massiccia partecipazione della popolazione munita di telecamere e taccuini. Un’adesione che ha comprovato, ancor prima del dibattito, la rilevanza delle patate bollenti poste sul tavolo consiliare. “Il depuratore di via Giovanni da Procida è una struttura fatiscente – asseriva Pugliese, rappresentate di Svolta Popolare – ricca di malfunzionamenti. Durante le scorse manifestazioni, vidi dei responsabili ammutoliti dinanzi ai malumori cittadini. Inoltre ebbi modo di ammirare dei contenitori ricchi di fanghi, in cui erano cresciute delle piantine alte quaranta centimetri. La Gdm, delegata alla gestione dell’impianto, non effettuava la manutenzione da mesi. Una mancanza, mai sottolineata e multata, che l’Ufficio tecnico ritiene attribuibile a delle eccessive precipitazioni meteoriche. Eppure, secondo quanto affermato da studi scientifici, in quel periodo caddero solo pochi millimetri d’acqua”. Accuse alle quali, scavalcando le competenze dell’assessore all’ambiente, dott. Iorio, decideva di rispondere lo stesso primo cittadino: “Il depuratore non è a norma. Non può esserlo perché è stato costruito nel lontano 1956. Per questo risponde un Iannuzzi – attendiamo che la Regione Campania si attivi per finanziare i nostri progetti”. Delle simboliche asserzioni alle quali s’aggiunge la diatriba sui nuovi sensi unici studiati e messi in essere dall’assessore Rocco Assante di Cupillo. Un punto, sul quale si sono susseguiti circa 15 interventi, che ha decretato la proroga dell’ordinanza sulla viabilità. “Questo piano arreca solo disagi – ha asserito Carannante, consigliere di minoranza – poiché mantiene il traffico sulle strade un tempo trafficate e riesce ad aumentare i punti di criticità. Sarebbe opportuno abolire questa prova e studiare insieme un nuovo programma”. Una proposta che alimenta le seccate risposte della maggioranza che si chiude a riccio prima di sferrare il colpo risolutore, invocando la votazione. “I numeri ci danno ragione. Noi appoggiamo l’assessore Assante – rincarava un infastidito Fevola, capogruppo del Pdl – non capisco perché ci sia tutta questa gente ad ascoltarci”. Il Consiglio si è poi trascinato verso la conclusione a causa di una continua mancanza di elettricità lasciando giusto il tempo per affrontare la questione relativa alle due bimbe annegate l’anno scorso in località Torregaveta. “Ci dovevamo dimettere tutti – urlava Pugliese – poiché furono violate le norme sulla sicurezza. E’ una vergogna immane. Nessun avvocato potrà evitare al Comune di pagare un’ingente somma di risarcimento in sede civile”. Durissime accuse alle quali dai banchi di un sicuro centro-destra rispondeva Lubrano lo Bianco: “Il Comune non ha colpe. Non ci diciamo sciocchezze. Le bambine erano straniere ed in ogni caso non conoscevano l’italiano”.

09\10\09
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Il degrado di via Caranfe


Michele Petrone, Ettore Prodigio, Luigi Illiano. Questi sono i nomi dei tre consiglieri del Comune di Monte di Procida provenienti dalla frazione di Cappella. Una zona di confine, per metà bacolese e per metà montese, caratterizzata da un innumerevole carico di nuove speranze e di passate promesse di rimodernamento. Una terra rivendicata da due Comuni, ma mai inserita in un vero e proprio progetto di riqualificazione territoriale. “Non è necessario qui ricordare i problemi che noi cittadini ci troviamo quotidianamente ad affrontare – afferma Michele, un rappresentante del Comitato civico cittadino – l’abbandono ed il degrado è sotto gli occhi di tutti coloro che li vogliono vedere”. Un imbarazzo quotidiano che si manifesta nella mancata manutenzione del sistema fognario, le cui disfunzioni sono nocive per la salute popolare. Una mancanza di servizi primari che è ravvisabile proprio dalle fotografie di una delle varie stradine che servono per congiungere la frazione di Cappella con il centro del Comune di Monte di Procida. Il tratto pedonale in questione, al di là di via Gradoni e via Petrara, è quello di via Caranfe. Tratti stradali privi di illuminazione, esenti da una pulizia ordinaria e periodica e in cui è assolutamente desueta un’opera di diserbamento. Un servizio che potrebbe facilitare la percorribilità del viottolo, ma che non viene messo in atto da più di un anno. Uno scadimento amministrativo e gestionale che finisce per danneggiare l’immagine, la vivibilità e la salute di un’intera comunità. Ma, ritornando alla serie di scalinate locali, vi è da ricordare l’inusuale presenza di tubi di scarico che, soprattutto durante le forti piogge invernali, sversano sulle gradinate un’indefinibile quantità di letame. Acque nere che, commiste alle piogge, vanno a creare una situazione di disagio e di pericolosità sia per i pedoni che per gli stessi residenti del quartiere. Inoltre, ad alimentare il malumore della cittadinanza di periferia, si aggiunge la disattesa convenzione d’intesa dell’aprile del 2008 tra Bacoli e Monte di Procida in meritoalla raccolta e smaltimento delle acque reflue che da Monte scendono a valle nelle località di Torregaveta e Cappella”. Un protocollo che indicava necessario e prioritario “individuare soluzioni tecniche anche congiunte” per risolvere il fenomeno di “un fetore permanente di origine fognaria”, presente proprio in via Caranfe. Disposizione che, all’atto pratico, non sono mai state messe in esecuzione. Una mancanza di atti pratici alla quale, dopo la recente nomina a vice-sindaco, potrà dare concretizzazione l’assessore al territorio del piccolo Comune flegreo, Michele Petrone.

08\10\09
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Via Servilio Viatia: la trattativa infinita


Strada privata a percorrenza pubblica. Questa è la situazione in cui versa via Servilio Vatia. Luogo un tempo poco trafficato e aperto, dietro una congrua retribuzione, solamente durante i mesi estivi, ed adesso martoriato per la presenza di un’ingente mole di autoveicoli che rende invivibile l’area periferica. Un percorso, teoricamente a senso unico, caratterizzato da una serie di pericolose curve a gomito prive di specchi utili a garantire una maggiore visibilità del tratto. Un tragitto che fino al 1998 era interdetto alla circolazione pubblica. Anno in cui ebbe origine una querelle sociale, civile e giudiziaria che si protrae ancora sino ad oggi. In effetti l’allora amministrazione del Comune di Bacoli, mediante una richiesta scritta ed accettata, reclamò di accedere al territorio privato per poter effettuare dei lavori di rimodernamento della struttura idrica locale. Operazioni di manutenzione straordinaria i quali sarebbero dovuti terminare dopo circa cinque mesi dall’apertura del cantiere. Un tempo limitato al quale si aggiunse l’usanza cittadina di usufruire di quel tratto utilizzando autoveicoli e ciclomotori. Un’abitudine alla quale non si è mai posto alcun freno inibitorio. Da un lato c’è la volontà dei cittadini del limitrofo Comune di Monte di Procida che non vogliono assolutamente perdere la possibilità d’accesso ad una delle poche stradine utili per raggiungere la parte interna dell’area flegrea. Dall’altro c’è la lamentela dei residenti del posto che non possono più sopportare questo sopruso. “Non capisco perché non si sia ancora risolta questa assurda problematica. L’estate – continua la sconsolata cittadina – questa piccola stradina di periferia viene intasata da migliaia di autoveicoli i quali cercano di accedere alle discoteche allocate sul litorale nostrano. Orami viviamo in un inferno”. Inoltre, ad alimentare la situazione kafkiana, vi è una risposta al Tar di Napoli del 2003, scritta e protocollata dall’ex sindaco di Bacoli Antonio Coppola, con la quale si evince che “ non esiste alcun contenzioso tra pubblico servizio e struttura privata, poiché l’area interessata è stata consegnata alla legittima proprietaria in seguito al completamento dei lavori straordinari”.

08\10\09
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