Non arrestano a placarsi le polemiche relative agli ultimi interventi della Guardia Forestale. Azioni di legalità con le quali si è portato luce su alcune deficienza proprie di un paio di distributori di benzina di periferia e su la rete fognaria locale, fioriera di numerose falle ed altrettanti disagi pubblici e privati. Condutture e tombini che continuano a manifestare inefficienze ogni qual volta il territorio flegreo sia interessato da maltempi di modesta entità. Un’eventualità manifestatesi anche nel corso del mite acquazzone di ieri, causa di evidenti disagi lungo le arterie di via Giulio Cesare, via Cuma e via Ottaviano Augusto. Un sistema fognario progettato e parzialmente realizzato nel 1977 alla cui linea principale s’allacciano una serie di linee secondarie, tramite gli impianti di sollevamento di Marina Grande, di Baia e del Poggio, ora non più funzionante. Percorsi individuabili in una linea “Circumlago”, occlusa per un 50%, adiacente al lago Miseno, che raccoglie tutte le acque nere provenienti da Bacoli – centro e confluisce nell’impianto di sollevamento di Miliscola, il quale prevede due linee di emergenza: una sversante nel lago e l’altro direttamente nel canale di Procida attraverso una condotta in acciaio lunga circa 2 km. Da detti impianti, i liquami vengono incanalati in un’unica condotta mista, acque bianche e nere, passante per v. Olimpico, v. Mercato di Sabato, v. Giulio Cesare, e premuti all’impianto di sollevamento stante presso la SELEX, classificato come “picchetto 1”: anche queste vasche, in caso di “troppo carico” o di avaria, sversano direttamente nel lago Fusaro. Da notare che su tale tratta, all’altezza di v. Olimpico, è presente l’allacciamento della rete fognaria del comune di Monte di Procida, a quella bacolese.Dagli impianti del “picchetto 1” la linea si divide in due condotte di acque miste: la seconda è stata costruita successivamente, nel 2004, proprio per l’insufficienza della linea iniziale. Da notare che, al di là dell’inefficienza dei sistemi di pompaggio utili per trasportare le acque nere direttamente nel depuratore regionale di Cuma-Licola, sebbene il progetto originario prevedesse, su v. Fusaro e v. Cuma, una rete per le acque bianche, questa non fu mai realizzata, utilizzando tuttora per lo scolo delle acque pluviali, un già esistente canale provinciale, di cui s’è provveduto alla pulizia solo nel 1996. E per tale motivo, per migliorare lo smaltimento delle acque piovane, su v. Cuma, in prossimità delle “Grotte dell’Acqua” fu realizzato nel 2007 un’ulteriore intervento prevedendo tre nuovi scoli nel lago Fusaro. Detto ciò e sebbene gli impianti di sollevamento prevedano scoli del “troppo pieno” in funzione solo in “casi eccezionali”, come copiosità della pioggia o gravi guasti agli impianti, la completa mancanza di manutenzione ordinaria ai canali, ha permesso il deposito di sabbia e detriti nelle condotte, diminuendone la capacità giornaliera. Tant’è vero che un cospicuo numero di condotte risultano utilizzate solo all’80 % della capacità: risulta evidente che è sufficiente una normale “pioggerella” per causare una situazione d’emergenza, ovvero il costante allagamento e la sistematica fuoriuscita di liquami fognari su strada e nelle zone abitate, da cui, attraverso le grate delle acque bianche, lo sversamento nei laghi Miseno e Fusaro.
Cronache di Napoli
04\11\09
Il sistema fognario bacolese
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