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Divieto di pesca al lago Miseno? Mancano i cartelli!


Una marea di cittadini intenti a pescare lungo le rive di un specchio d'acqua contrassegnato da un reiterato divieto di pesca. Continuano le intemperanze e gli illeciti nelle prossimità del discusso e vituperato lago Miseno. Bacino lacustre da poco interessato da analisi scientifiche portate avanti dall’Asl Napoli 2 Nord, con le quali “si sollecita il Comune di Bacoli ad una ricognizione delle foci rimuovendo l’eventuale insabbiamento che si riterrebbe – continua il documento recapitato al Commissario prefettizio Umberto Cimmino - responsabile del mancato ricambio delle acque nel bacino, nonché dell’alterazione delle componenti chimico-fisiche lacustri, a seguito delle quali si verificherebbero le morie di pesci”. Risultati analitici, protocollati il 21 ottobre scorso e firmati dal dirigente del settore ambientale dell’ ex Asl Napoli 2, Michelangelo Luongo, e dal direttore del servizio veterinario, Vincenzo Zinno, all’interno delle quali si obbliga l’autorità locale “a conservare il divieto di pesca, peraltro vigente da diversi anni, vista la documentazione agli atti motivato pregressi, analoghi episodi”. Un divieto susseguente all’anomala ed inquietante moria di pesci dovuta, secondo quanto individuato dagli esperti dell’Asl e dell’Osservatorio Vesuviano, ad una carenza d’ossigeno nei fondali. Disposizioni tecniche alle quali però non è ancora stato dato alcun seguito, vista l’assoluta assenza di segnali utili per dissuadere i locali dall’intraprendere attività di pesca in acque interessate da “aumento di nitriti e variazioni di temperatura e/o salinità”. “Non siamo ancora stati informati dei risultati conseguenti alle analisi fatte presso il lago Maremorto. Non abbiamo – continua un vigile urbano interpellato sulla questione – avuto alcun mandato per l’apposizione di segnaletica lungo il perimetro lacustre. Farò presente la problematica al comandante Leone”. Affermazioni, sintomo di una carenza d’informazione tra i reparti comunali, alle quali si aggiungono quelle del Centro ittico Campano. Una società, per il 99,67% di proprietà dello stesso Comune di Bacoli, la quale tra i propri beni possiede anche quello del lago Miseno. “Le disposizioni dell’Asl non ci sono state inviate. Il nostro esiguo personale, costituito da soli 3 guardiani, non può di certo sopperire al controllo capillare sul territorio. Non credo – continua un responsabile alla segreteria del Centro ittico – che potremmo essere noi da soli a verificare se lungo le coste del bacino lacustre si presentano dei quotidiani illeciti. Cimmino ha riferito che farà di tutto per far rispettare il divieto di pesca. Abbiamo un budget limitato e non possiamo pagare dei tecnici che vadano ad apporre in mare la cartellonistica idonea. In passato l’abbiamo fatto ma i segnali sono stati rimossi da ignoti. D’altronde l’anno scorso ci avevano riferito che tali acque erano assolutamente idonee alla pesca”.


31/10/2009

Cronache di Napoli

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