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I Loculi montesi


Un contenzioso ed un’ipotesi di richiesta immotivata pari a 230 mila euro. Continuano ad essere numerose le perplessità inerenti alla tematica dei nuovi loculi cimiteriali del piccolo comune flegreo. Una questione più volte dibattuta in sede consiliare ma ancora priva di rassicuranti spiegazioni nel merito. Una serie di lavori per i quali si è preventivata una spesa atta alla costruzione di 556 loculi, suddivisi a seconda dell’imponenza e del prestigio in due fasce d’appartenenza, che ogni cittadino montese potrà acquisire attraverso una concessione novantennale dello stesso. Un’occupazione possibile dietro il pagamento di una tariffa media da 1900 euro a nicchia. Cifra, preventivata tra gli introiti di bilancio, la quale conti alla mano, non coincide con i reali costi del progetto originario. Piano di lavoro per i quali si previde una spesa di 878 mila euro, ma per cui si richiedono degli incassi, pagati successivamente dall’utenza locale, lievitati sino ad 1 milione a 104 mila euro, con un disavanzo di poco inferiore ai 230 mila euro. “Non capiamo questa decisione – asserisce il consigliere Carannante, rappresentante consiliare del giovane movimento “Svolta Popolare” – l’amministrazione locale ha dato per certo l’occupazione dei 556 loculi iscritti nel progetto originario, ma in verità non si rendono conto che l’esigenza popolare è nettamente inferiore. Basti considerare che sino a poche settimane fa, a detta dello stesso responsabile di settore, erano giunte appena 400 richieste di concessioni. Se andremo di questo passo non riusciranno neanche a coprire le spese per la costruzioni cimiteriali”. Perplessità che divengono ancor più gravi quando si porta l’attenzione sull’anomala lievitazione dell’incasso. Questi 230 mila euro serviranno solamente per ripianare dei buchi di casa createsi successivamente alla sbagliata gestione dei pontili siti in località Acquamorta. Una cattiva operazione che, a causa di un’ulteriore introito errato posto nel bilancio preventivo, portò nelle casse municipali una cifra nettamente inferiore rispetto a quella preventivata in precedenza. La gente deve essere a conoscenza dell’operato della propria giunta. Siamo vicini al dissesto finanziario e non c’è molto da stare tranquilli”. Accuse alle quali è giunta la repentina e burocratica risposta della maggioranza: “Il citato incremento arbitrario di cassa sarà utile per pagare i diritti di segreteria. Noi siamo tranquilli e non ravvisiamo indicatori di squilibrio o sintomi di dissesto”. Diritti che secondo quanto affermato all’articolo 162, comma 6, del decreto legislativo 267, non dovrebbero superare il 5% della spesa.Noi della minoranza – continua Carannante – stiamo ancora aspettando risposte esaustive sulla problematica. Non molleremo la corda. Durante l’ultima seduta consiliare, a causa di una periodica mancanza di corrente, la maggioranza è riuscire a sfuggire al problema. Ripresenteremo altre interrogazioni perché non è assolutamente giusto speculare sulle disgrazie dei cittadini che, dinanzi a queste tematiche, sono disposti a spendere anche cifre molto elevate”.

28/10/2009
Cronache di Napoli

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