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La necropoli inondata dalla melma


MONTE DI PROCIDA – 09/11/2009 - Sirene spiegate, auto impantanate in acque putride e fetide ed una necropoli d’epoca romana lasciata marcire nel più totale abbandono. Un sito d’interesse internazionale, completamente ricoperto da acque nere e fanghiglia giunta in loco a causa delle enormi falle presenti lungo le condotte fognarie, portato alla luce attraverso investimenti pari a milioni e milioni di euro. Scavi, cominciati nel lontano 2003 e finanziati dal danaro pubblico proveniente dal Por Campania 2000/06, dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Sovrintendenza di Napoli e Pompei, con i quali si è portato alla luce un complesso di tombe stante lungo la strada che collegava il municipium di Miseno con la gloriosa cittadina di Cuma. Necropoli monumentale, tipica del’epoca latina e interessato dall’ingente presenza di epigrafi sepolcrali, erroneamente considerata nel corso del XVII secolo come sede di un circo utile per manifestazioni ludiche e corse di cavalli. “Mercatum Sabathi” il quale per una giornata ha assunto le sembianze della vicina cisterna conosciuta col nome di “Piscina Mirabilis”. Una condizione d’assoluta emergenza con cui si sono poste in evidenza due sconfortanti criticità: la mancanza di un adeguato sistema fognario e la presenza di grosse buche in zone sottostanti il manto stradale. Problematiche più volte discusse all’interno di consigli comunali congiunti effettuati tra i due comuni limitrofi di Bacoli e Monte di Procida, realtà compartecipi e corresponsabili del quartiere di periferia. Sedute consiliari ove, al di là delle continue promesse amministrative e degli excursus circa le decennali deficienze locali, non si è ancora riusciti a risolvere alcuna problematica. Difatti basti pensare che le condutture fognarie, poste in loco negli anni ’60 e attualmente sversanti nella circumlacuale di Miseno e Miliscola, non hanno mai successivamente subito un’opera di riqualificazione e di adeguamento alle nuove condizioni esistenti e al maggior numero di abitanti residenti in zona. Cloache a cielo aperto che si palesano ogni qualvolta la fognatura è sovraccaricata dalla presenza di acque bianche le quali, proprio a causa dell’esigua capienza delle condutture sotterranee, vanno ad aggiungersi alle acque nere determinandone la fuoriuscita in strada. Uno stato di cose non alterato, ma forse aggravato, dai recenti lavori di restauro della nuova piazzetta Mercato di Sabato. Opere, iniziate ad inizio millennio e completate circa 6 mesi fa, grazie a cui si era pensato di ridare slancio al turismo ed alla salubrità dell’area mediante la presenza di una pizzetta sovrastante alla necropoli sovracitata. Un modo per rendere visibile le bellezze architettoniche attraverso la presenza di capannoni caratterizzati da vetrate ad hoc. Lastre di vetro le quali, allo stato attuale, risultano essere utili esclusivamente per potersi rendere conto dei danni arrecati all’ambiente d’epoca romana in seguito all’acquazzone dello scorso giorno. Utile per ammirare la mole d’acqua reflua che continua a minacciare il sottosuolo cappellese e le fondamenta di case e negozi posti ai cigli della strada.

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