Le scuole di Monte di Procida
Elezioni Pd: Il centro-destra partecipa in massa
Reperti della Villa Vatia volutamente interrati
L'abbandono delle "Grotte dell'Acqua"
Assemblea sulla video-sorveglianza
Al Fusaro le fogne non reggono al maltempo
Questione viale Olimpico: Diatriba tra commercianti e sindacati
Via Terme Romane: ritrovati reperti archeologici
Timori e preoccupazioni nel corso dell’intera mattinata, hanno attraversato le strade e gli uffici dell’intera città di provincia. Difatti, in maniera non veritiera, si era sparsa la voce di possibili rallentamenti dei lavori della Sepsa, ancora in itinere lungo un tratto di via Terme Romane. Delle possibili difficoltà arrecate dal ritrovamento di un antica costruzione d’epoca romana, rinvenuta proprio nei pressi del cantiere aperto da circa tre settimane e che si chiuderà solamente nei primi giorni di marzo. Scoperta che ha mobilitato i maggiori rappresentanti della dirigenza comunale e i responsabili locali della Sovrintendenza di Napoli e Pompei. Un chiacchiericcio paesano, parzialmente smentito dalla realtà dei fatti. In effetti il rinvenimento, avvenuto alle prime ore del mattino, è stanziato a circa dieci metri dalla zona interessata dalle opere di costruzione utili per la creazione della stazione di Baia. Un piccolo muro, ricoperto da un possibile affresco d’epoca, il quale ha momentaneamente sospeso un’altra serie di lavori in corso proprio presso un’abitazione del posto. Opere, cominciate poche settimane fa in coincidenza con la chiusura del condotto viario, atte alla ristrutturazione di una villetta, sovvenzionata e voluta da un privato cittadino. “Stiamo solamente catalogando ciò che è stato portato alla luce – asserisce un tecnico ivi stante – ma non abbiamo intenzione di bloccare le operazioni. Non possiamo ancora asserire di che tipo di muro si tratti, di che periodo sia e in che contesto era inserito. Di sicuro la costruzione continuava all’interno dell’abitazione del privato cittadino interessato da tale faccenda. Ma, almeno per ora, non possiamo rilasciare ulteriori dichiarazioni compromissorie”. Intanto, terminate le operazioni di catalogazione ordinaria ed in seguito ad una miriade di foto, già verso le ore 14 del pomeriggio si è provveduto alla rimozione del materiale caduto in strada. Un ritrovamento che, quindi, non ha assolutamente preoccupato gli operai stipendiati dalla Sepsa i quali, ancora durante tutta la giornata di oggi, hanno continuato a scavare il tunnel sottorrraneo che permetterà all’utenza dei passeggeri che giungerà in tale località, di usufruire di un servizio avveniristico. Progetto, voluto e fortemente sponsorizzato dall’ex sindaco di Bacoli, avvocato Antonio Coppola, atto alla creazione di una scala mobile collegata direttamente con la moderna piazzetta del centro di Baia.
22\10\09
Cronache di Napoli
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Colletta alla scuola Plinio il Vecchio
Saranno i genitori a sopperire alle palesi carenze presenti presso l’Istituto Comprensivo Plinio il Vecchio del Fusaro. Bagni sprovvisti di carta igienica ed insegnanti privati dei più basilari oggetti utili per portare avanti le ordinarie ore di lezione. Continuano senza sosta i tagli programmati e preventivati dal governo nazionale e messi in essere dal Miur, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Una serie di carenze statali che vanno ad aggiungersi al mancato supporto economico del Comune di Bacoli a cui competerebbe il sovvenzionamento di fondi per ciò che concerne l’acquisto di materiale indispensabile. Oggetti di prima necessità utili quantomeno per garantire il regolare corso degli studi presso gli edifici scolastici di propria competenza. Presa in esame l'estrema precarietà dell'attuale situazione finanziaria dell'istituto, il Dirigente Scolastico, suo malgrado, si vede costretto a invitare i genitori più sensibili e collaborativi, per una straordinaria, fattiva e tempestiva collaborazione diretta. Un sodalizio indispensabile per garantire il normale svolgimento delle ordinarie attività scolastiche dell'istituto, attivandosi a fornire materiale di facile consumo, al momento non acquistabile con le ormai esauste risorse della scuola, come – continua il preside - carta per fotocopie, gessetto per le lavagne, carta igienica, sapone per mani, rotoloni asciugamani, detersivi per la pulizia dei pavimenti e delle pareti pistrellate, secchi, scope , guanti monouso, etc”. Tale è parte del verbale d’assemblea tenutasi lo scorso 13 Ottobre, indirizzata dal prof. Filippo Gnolfo, dirigente scolastico della Plinio il Vecchio, ai genitori della sede principale e delle due succursali dell’istituto comprensivo. Una richiesta d’aiuto spontaneo alla quale si sono susseguiti una serie di allarmanti moniti proferiti dagli addetti ai lavori: “Non riusciamo più a tirare avanti. Le nostre casse presentano dei buchi incolmabili che coinvolgono l’ordinario flusso delle lezioni – ha asserito uno sconsolato professore del complesso scolastico – Abbiamo computer vecchi e malfunzionanti. Inoltre nessuno parla dei numerosi furti che coinvolgono questo plesso. Hanno distrutto il laboratorio di scienze e hanno derubato anche numerosi pc presenti nella sala d’informatica. Subiamo almeno due furti all’anno ed a nulla è servito il servizio di telecamere presente lungo l’intero edificio. A ciò s’aggiunge il fatto che l’amministrazione bacolese non è repentina negli interventi di manutenzione. Nonostante gli innumerevoli solleciti, per aggiustare un rubinetto o un’imposta passano mesi e mesi”. Una realtà amara, confermata anche dai funzionari ed i dirigenti delegati al servizio della pubblica istruzione comunale. “Noi facciamo il possibile. Il nostro badget, pari a 1000 euro, lo abbiamo investito – continua la signora Paparone - per comperare sapone e salviette monouso”. Imbarazzi che si acuiscono nel momento in cui si tenta di fare un raffronto con il limitrofo Comune di Monte di Procida. Un paese ove, se si considera il settore scolastico, sono stati stanziati quasi 9000 euro soltanto per l’acquisto di “materiale per il funzionamento ordinario”.
22\10\09
Cronache di Napoli
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Bacoli: La villa comunale
Cumuli di terriccio posti in ogni dove, lastre protettive tuttora presenti in loco ed una miriade di materiale di risulta ancor gettato sui cigli delle aiuole ivi stanti. Un degrado palese ed indicativo che continua ad oscurare la recente opera di riqualificazione effettuata lungo tutta la villa comunale del pieno centro storico di Bacoli. Uno spazio verde, a cui è stata aggiunta sia una spoglia ed incompleta pista ciclabile che un moderno teatro utile per manifestazioni celebrative e canore, dirimpettaia al Municipio ed un tempo interessata da un continuo flusso di giovani e famiglie in cerca di ristoro. Un enorme spiazzale per il quale, secondo un bollettino ufficiale della Regione Campania del 2006, stati stanziati circa 550 mila euro. Denaro atto a finanziare dei lavori di sistemazione relativi al “recupero, riqualificazione e valorizzazione dei giardini, al fine di migliorare la loro fruizione”. Operazioni le quali potrebbero sintetizzarsi in “una realizzazione di un tratto di pista ciclabile, al riallineamento delle aiuole, alla creazione di una cortina verde protettiva, alla rimozione delle panchine preesistenti ed alla ripavimentazione dei vialetti con pietra di tufo squadrata”. Un’idea progettuale, di cui il responsabile unico era il coordinatore degli uffici tecnici, ingegnere Michele Balsamo, la quale allo stato attuale non sembra aver avuto il seguito preventivato. Basti pensare che le antiche panchine pubbliche giacciono ancora nei pressi di un vetusto campetto di bocce e nelle prossimità di un noto bar del posto o che l’impianto d’illuminazione pubblica già presenta alcune evidenti inefficienze relative alla mancata accensione di lampioni. Basti considerare che, proprio durante le scorse precipitazioni meteoriche, non entrò in funzione il teorico “nuovo impianto per la raccolta e lo smaltimento delle acque piovane” andando così a deturpare il moderno “restauro dei muretti in blocchi di pietra vesuviana, posti lungo il confine della villa con la strada”. Un allagamento incomprensibile che interdette lo spiazzale al periodico flusso di pedoni. Problematiche palesi alle quali non è ancora stata trovata risoluzione e che, molto probabilmente, andranno ulteriormente ad aggravare le casse comunali. A ciò va ad aggiungersi che lo stesso bando, precedente all’inizio dei lavori che dovevano concludersi in soli 200 giorni dall’assegnazione dello stesso, era finanziato dal Por Campania 2000/06, con fondi Pit Campi Flegrei.
21\10\09
Cronache di Napoli
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Bacoli: la fatiscenza dell'ufficio tecnico
Un altro edificio fatiscente posto a poca distanza dal malmesso Municipio cittadino di via Lungolago. Un'altra struttura pubblica insicura atta ad ospitare i numerosi dipendenti dell’Ufficio tecnico comunale. Un settore nodale per la vivibilità e la riqualificazione dell’intero territorio, stanziato da circa sei anni tra le mura di un complesso ricco di crepe, deficienze ed insicurezze. All’entrata, antistante alle imposte d’ingresso, s’innalzano una serie di pilastri ferrosi arrugginiti, contornati da una marea di erbacce nascoste alla visibilità pubblica. Un mancato diserbamento al quale s’aggiunge una saltuaria e produttiva coltivazione di pomodori ed una folta vegetazione di canne di bambù. Giunchi spesso cresciuti sino ai pressi delle finestre aperte al primo piano. All’interno, una serie di screpolature e rigonfiamenti preoccupanti presenti sia nei bagni che nell’ufficio centrale dell’ingegnere-capo Michele Balsamo, veterano coordinatore dei settori tecnici paesani . Tale è la condizione nel quale da decenni verte l’ immobile sito in via Miseno, adiacente al discusso lago Maremorto. Un bacino lacustre troppo spesso puzzolente e caratterizzato nelle scorse settimane da un’anomala moria di pesci a cui, nonostante i prelievi effettuati dall’Asl Napoli 2, non si è ancora data alcuna forma di spiegazione. Una costruzione già in passato, e per circa un ventennio, occupata dagli studenti del liceo scientifico di Bacoli. Un luogo all’interno del quale erano stati ospitati per sostenere le abitudinarie lezioni scolastiche. Un liceo adesso spostato in località Torregaveta, presso la nuova ed avveniristica struttura inaugurata agli inizi del nuovo millennio dopo lunghissimi periodi di lavori finanziati da un’ingente mole di finanziamenti regionali. Una situazione d’imbarazzo che va ad aggiungersi alle varie realtà di degrado presenti lungo tutto il paese. Uffici pubblici lasciati in un evidente stato d’incuria e privi di un’ordinaria manutenzione. Basti pensare all’immondizia posta a pochi passi dagli ingressi dell’Ufficio Anagrafe di via Gaetano de Rosa, o alla serie di computer e stampanti un tempo nascoste alle spalle del Comando dei vigili urbani. Condizioni di palese inefficienza che hanno spinto più e più volte i funzionari pubblici a manifestare il loro dissenso e la loro preoccupazione inerente alla mancanza di sicurezza sul posto di lavoro. Proteste alternatesi nel corso di questi ultimi travagliati mesi di disordini e cambiamenti amministrativi, ai quali non sono ancora giunte delle rassicurazioni. “Provvederemo entro settembre ad adeguare gli edifici municipali alle normative vigenti sulla sicurezza – asseriva una manciata di mesi fa l’ex assessore Vitale, in un incontro tenutosi alla presente dell’ex sindaco Antonio Coppola - i dipendenti non devono assolutamente preoccuparsi. Stiamo ricevendo i fondi per cominciare a breve i primi lavori di riqualificazione”. Parole alle quali, forse anche a causa della caduta dell’ex amministrazione, non è mai ancora stato dato seguito.
21\10\09
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Municipio di Bacoli sotto assedio
Maggiori controlli, continue identificazioni e presenza di un folto numero di tutori della sicurezza cittadina. Tale è l’attuale situazione nel quale si presenta il fatiscente Municipio di Bacoli allocato in via Lungolago. Tali sono le nuove disposizioni emanate dal Commissario prefettizio, Umberto Cimmino, in seguito alle convulse diatribe alternatesi nei giorni scorsi all’interno della casa comunale. Una serie di scontri verbali che hanno interessato svariati dipendenti e il segretario cittadino, Schiano di Colella Lavinia Giovanni. Battibecchi ai quali sono seguite le minacce di querele e denuncie sia presso l’ordine dei segretari provinciali e che presso la Procura di Napoli, avanzate dalla recente e movimentata assemblea dei lavoratori comunali. Scontri produttrici di una serie di contestazioni disciplinari, firmate dallo stesso segretario e già recapitate presso gli organi competenti. Una tensione forte che ancora oggi aleggia nell’androne municipale immediatamente antistante la porta d’ingresso. Un’entrata un tempo spalancata, e da oggi piantonata da ben due vigili urbani intenti nell’identificare tutti coloro che si appropinquano nelle prossimità delle soglie dell’edificio comunale. A nessuno sarà più permesso varcare le imposte del Municipio se non prima essere stati visionati ed interrogati dagli organi di polizia locale. Un’esperienza anomala vissuta quest’oggi anche dalla delegazione dei commercianti e dei residenti i Cappella, accorsi in loco per poter interloquire con il primo rappresentante dell’attuale amministrazione bacolese. Cittadini ai quali, prima di poter avanzare le proprie civili rimostranze al dottor Cimmino e al coordinatore degli Uffici Tecnici, Michele Balsamo, è stata controllata e momentaneamente ritirata carta d’identità. Un prelievo prolungatosi sino al termine del dibattito istituzionale e portatore di numerose perplessità. “Oramai viviamo in un vero e proprio stadio d’assedio – ha dichiarato un perplesso operatore commerciale, subito dopo aver ricevuto il proprio documento identificativo – questo Municipio è divenuto una zona militare. Una tensione veramente inspiegabile che si ripercuote su noi cittadini”. Dichiarazioni provocatorie alle quali è subito seguita risposta: “Abbiamo avuto ordine dall’alto di comportarci in questo modo – asserisce un pacato vigile urbano – in passato ci sono state delle difficoltà. Per tale motivo il prefetto ha deciso di assumere tale linea. Non credo che questo sia uno stadio d‘assedio,ma solamente un modo per assicurare maggior controllo e trasparenza”.
20\10\09
Cronache di Napoli
Distributore di benzina sequestrato al Fusaro
Continua l’operazione ecologica promossa dalla Guardia forestale provinciale atta a monitorare le condizioni di criticità ambientale sparse lungo tutto l’hinterland napoletano. Azioni di monitoraggio le quali hanno focalizzato l’attenzione sulla miriade di scarichi abusivi allocati presso il perimetro del rinomato lago Fusaro. Un bacino lacustre da secoli conosciuto come un nodale sito atto alla mitilicoltura. Una caratteristica produzione aziendale ed internazionale contraddistinta, in passato, da coltivazioni di ostriche, e nel presente nota per l’allevamento di un’ingente mole di cozze. Un sequestro scattato nei confronti di un distributore di benzina posto a pochi passi dalla scuola media “Plinio il Vecchio”. La motivazione dell’intervento è da ricercarsi in un mancato rispetto delle norme tecniche relative all’incanalamento delle acque piovane cadute sulla piazzola della pompa. Un deflusso il quale dovrebbe assicurare il versamento di tale liquidi meteorici in apposite vasche depurative, predisposte per la filtrazione delle stesse prima della successiva canalizzazione presso le condutture della rete fognaria cittadina. Una mancanza che non assicurava alcun tipo di purificazione delle acque bianche, le quali potevano così inondare le già precarie tubature comunali. Una lacuna che permetteva a tali fluidi di immettersi direttamente nello stesso lago ivi presente. Atto giudiziario che rientra nel più ampio discorso di salvaguardia di un territorio più volte segnalato agli organi competenti, tra i quali anche il Nucleo Operativo Ecologico dell’Arma dei Carabinieri, da parte di cittadini allarmati per le scarse situazioni igienico-sanitarie nel quale vertono sia il lago che le propri foci. La notizia era già stata diffusa durante le prime ore della mattinata in seguito alla segnalazione di pronto intervento inviata dalla Guardia Forestale al comando di polizia municipale di via Gaetano De Rosa. Segnalazioni con le quali s‘invitava l’amministrazione comunale ad intervenire con propri uomini sul posto del sequestro. Una convocazione alla quale il Municipio ha risposto inviando un paio di vigili urbani ed un esponente dell’Ufficio tecnico. “Stiamo controllando un po’ tutta la zona di Bacoli e Monte di Procida – ha asserito Fasano, comandante della Guardia forestale. Non creiamo allarmismi. Purtroppo la provincia di Napoli è particolarmente interessata da fenomeni di questo tipo e il nostro corpo è sempre in azioni. Ovviamente siamo aperti a qualsiasi tipo di segnalazione accompagnata da foto e da fatti concreti. Le nostre operazioni di salvaguardia e controllo continueranno anche in futuro”
20\10\09
Cronache di Napoli
Il sistema fognario a Bacoli
Cronache di Napoli
Bacoli: preoccupazione per via Montegrillo
Un costone, in gran parte franato e ancor oggi franante, non più idoneo a sostenere una grossa fetta della carreggiata di via Montegrillo. Una serie di scogli bianchi appoggiati alla riva per consolidare ciò che continua a franare giorno dopo giorno. Fossati ricchi di terriccio e nuove crepe pronte a segnare una strada principale da troppo tempo posta sotto i riflettori a causa della sua evidente inagibilità. Tale è il panorama visibile da una barchetta a remi posta a poca distanza dalla roccia atta a sostenere la sovra citata strada provinciale utile per congiungere la zona puteolana di Lucrino con la periferia bacolese di Baia. Un percorso cittadino posto a poca distanza dal monumentale Castello aragonese, uno dei musei più importanti nel panorama europeo. Una via che affaccia su di una città sommersa e protetta dalla Sovrintendenza dei Beni Archeologici di Napoli e Pompei. Un ente più volte entrato in collisione con le pretese del Consiglio provinciale e con le deliberazioni emanate dall’ex giunta cittadina capeggiata dall’avvocato Antonio Coppola, con le quali si voleva cercare un modo per rimettere in sesto uno snodo cruciale per la viabilità bacolese. Presunti lavori attualmente mai messi in opera ma da tempo decantati dalle varie amministrazioni competenti. Da dicembre, infatti, continuano ad alternarsi pareri contrastanti che non vanno a giovare alla risoluzione di una problematica che continua ad alimentare i forti malumori dei cittadini e dei commercianti locali. Ma tornando alla spaventosa immagine visibile da mare, si resta basiti nel constatare che, proprio sotto buona parte della carreggiata attualmente vietata alla circolazione, non esiste alcun sostegno naturale o artificiale. Nulla che possa far pensare ad una pronta e completa riapertura di Punta Epitaffio. Via di comunicazione attualmente usufruibile mediante una corsia a senso alternato regolata da una serie di semafori momentanei. Una situazione d’emergenza messa in piedi nell’attesa di una risoluzione della querelle apertasi tra i vari enti interessati. Posizioni ferme le quali, per stessa ammissione dell’ingegnere Michele Balsamo, dipendente comunale interessato direttamente alla vicenda, potrebbero conciliare a breve termine. “Non voglio continuare a dare delle false speranze all’intera popolazione – asseriva Balsamo, soltanto ieri mattina durante un’assemblea tenutasi presso il suo ufficio di via Miseno – ma posso assicurarvi che tra pochi giorni dovrebbe sbloccarsi tutto. Penso che a breve partiranno i lavori di consolidamento della costa interessata dalla frana dello scorso inverno. Non ci resta che attendere futuri miglioramenti”. Una realtà allarmante alla quale va ad aggiungersi la recente chiusura, a causa dei lavori programmati dalla Sepsa, della limitrofa stradina di via Terme Romane. Una serie di interdizione che, oltre ad ingolfare ancor di più le arterie principali del piccolo Comune dell’hinterland napoletano, non fanno altro che incrementare i disagi dei locali rendendo sempre più complicato l’accesso e l’uscita dal paese.
17\10\09
Cronache di Napoli
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Ancora amianto a Bacoli
Risolto un problema, se ne apre un altro. Rimosse gran parte delle lastre di amianto presente da mesi e mesi sul territorio di Bacoli. Materiale cancerogeno allocato presso i cigli stradali delle periferie cittadine da almeno 8 mesi e tolto solo in seguito all’interessamento dell’assessore all’ambiente della Regione Campania, Walter Ganapini. Dottore il quale, proprio durante una manifestazione pubblica avvenuta un mese fa, aveva rassicurato gli astanti promettendo una sicura e pronta bonifica delle aree interessate a tale fenomeno d’abbandono. Promesse alle quali si è dato seguito rimuovendo materiale in amianto presente presso via Ottaviano Augusto e via Bellavista, poco distante dall’Asl Napoli 2. Solidi lasciati marcire nelle prossimità di una nota pescheria del Fusaro e a pochi metri da parchi ricchi di abitazioni. Un provvedimento necessario ed inevitabile rimarcato anche attraverso un comunicato ufficiale apparso nella giornata di ieri presso il sito ufficiale del Comune di Bacoli. “E’ stata completata l’operazione di rimozione dei materiali eternit sul territorio comunale. L’intervento – continua il verbale redatto dal geometra Luigi Della Ragione, capo del settore tecnico – è stato seguito da ditta specializzata del settore in seguito all’autorizzazione rilasciata dall’Asl Na 2 in data 08-10-2009”. Un decantato successo al quale fa seguito il monito a non abbandonare rifiuti di qualsiasi tipo sul territorio comunale. Ma al di là dei documenti ufficiali c’è da individuare, con disappunto, che nonostante i duri moniti municipali non si è ancora posto fine ad un’abitudine che rischia di nuocere alla vivibilità e all’immagine di un’intera popolazione. Infatti, proprio a pochi passi dalla Casa comunale e dall’Ufficio tecnico locale, è possibile notare la presenza di tre lastre d’amianto gravemente sminuzzate e quindi ancor più pericolose e nocive. Una realtà amara, nascosta tra i bidoni della raccolta differenziata e vigente proprio nello spazio atto ad ospitare le attività di mercatura. Mercato che è solito svolgersi il sabato mattina e nel quale si concentrano centinaia e centinaia di persone provenienti anche dal vicino Comune di Monte di Procida. Lastre che restano da giorni stanziate a poca distanza dalla nuova villetta cittadina e nascoste in un luogo adibito a parcheggio. Uno spiazzale abitualmente frequentato da bambini e ragazzi e che affaccia direttamente sul rinomato lago Miseno.
17\10\09
Cronache di Napoli
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Il Depuratore di Monte di Procida non è a norma; scatta il sequestro
Una clamorosa notizia ha animato l’intera mattinata del piccolo Comune flegreo. “Il depuratore di via Giovanni da Procida risulta in esercizio a seguito di disposizione sindacale del 30-05-2008 e lo stesso è sottoposto a sequestro da parte del Comando dei Carabinieri per la tutela dell’ambiente, Noe di Napoli, a far data dal 10 Agosto 2009”. Con questo incipit si apre la discussa deliberazione di Giunta comunale redatta nello scorso 7 Ottobre. Un atto ufficiale all’interno del quale, per la prima volta, s’informa la cittadinanza locale che la vasca Imhoff paesana è stata oggetto di un’indagine estiva da parte del Nucleo Operativo Ecologico di stanza presso la città di Napoli. Una bomba scoppiata subito dopo la pubblicazione della sovra citata ordinanza e alla quale sono seguite numerose dichiarazioni di sdegno e stupore verso un atto giudiziario nascosto alla popolazione per circa due mesi. Sequestro con il quale si ripone luce su di un depuratore tanto discusso nel corso dell’ultima stagione estiva caratterizzata da un disastro ambientale che ha interessato l’intero litorale domitio-flegreo. Un impianto sito in via Giovanni da Procida il quale a dispetto della definizione di depuratore che gli si da, altro non è che una fossa settica, riconosciuta col nome di vasca Imhoff. Un congegno costituito, qualora funzionasse alla perfezione, da un "trattamento primario", consto di una sedimentazione di tipo meccanico e di processi di fermentazione, e da un "trattamento secondario" avente lo scopo di trasformare in sali minerali i vari componenti organici presenti nel liquame. Un tipo di vasca utilizzata normalmente per lo smaltimento delle acque di scarico domestiche nelle località prive di rete fognaria urbana e che secondo il decreto legislativo 152/1999, dovrebbero essere allocate presso quelle aree in cui impiantare una rete fognaria risulta essere fortemente antieconomico. Un processo ideale il quale non può ritrovare un’effettiva concretizzazione nella realtà odierna, poiché tale struttura è stata edificata nel lontano 1956. “Il sequestro è stato effettuato direttamente dal nostro comandante – ha asserito un responsabile del Noe di Napoli, interrogato sulla questione – dopo l’arrivo di numerosissime segnalazioni in merito alla presunta inefficienza della struttura depurativa. Un impianto tutt’ora funzionante visto che, per evidenti motivi pratici, è stata concessa la facoltà d’utilizzo. Penso che tale disposizione sia stata data dalla Procura di Napoli in seguito ad un nostro sopralluogo fatto in loco nei primi giorni di Agosto”. Una fossa settica in passato può volte ritenuta fuori legge dal dott. Walter Ganapini, assessore all’Ambiente della Regione Campania, e aspramente criticata dall’ingegnere Bruno Orrico, responsabile regionale della Protezione Civile. “Il depuratore allocato in via Giovanni da Procida, è stato posto sotto sequestro con la facoltà d’uso. Le motivazioni di tale atto, però, non sono state inviate all’amministrazione vigente, visto che i carabinieri del Noe hanno notificato il sequestro soltanto alla ditta che gestisce l’impianto”. Sono queste le dichiarazioni ufficiali rilasciate dall’ingegnere Andrea Marasco, funzionario presso l’Ufficio tecnico cittadino. Una risposta formulata subito dopo l’allarme avanzato dal consigliere di minoranza, Giuseppe Pugliese. Difatti, il capogruppo consiliare di Svolta Popolare, è stato il primo ad individuare l’anomala constatazione presente nella deliberazione di giunta dello scorso 7 ottobre. “E’ pazzesco constatare che il discusso depuratore locale sia stato posto sotto sequestro dal Nucleo Operativo Ambientale dell’Arma dei carabinieri di Napoli. Una presa di posizione successiva alle indagini partite – asserisce lo stesso Pugliese - in seguito ad una mia segnalazione inviata nei primi di Luglio. Come è possibile che nessuno sia stato avvisato di un provvedimento che interessa l’intera comunità montese?”. Inoltre c’è da constatare che la convenzione con la Gdm, società responsabile della manutenzione ordinaria dell’impianto, scadrà nella giornata di oggi. Una data limite alla quale non è ancora seguita la pubblicazione di un nuovo bando pubblico. E pensare che soltanto pochi giorni fa, durante l’ultimo consiglio comunale paesano, il sindaco Francesco Iannuzzi aveva rassicurato tutti asserendo: “Abbiamo tutte le carte in regola. Lo stesso Marasco mi ha assicurato che, il depuratore e la Gdm, non presentano alcuna inadempienza”.
16\10\09
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L'alga rossa invade la spiaggia romana
Cronache di Napoli
Tomba d'Agrippina
15\10\09
Cronache di Napoli
Ancora rifiuti nei pressi del municipio bacolese
Una vera e propria discarica a cielo aperto posta a pochi passi dagli uffici dislocati del Municipio cittadino. Motorini di vecchia generazione ammassati sulle pareti ammuffite e ricche di crepature, buste dell’immondizia indifferenziata ammucchiate presso le aiuole da poco diserbate e una marea di mattoni e di materiale di risulta accantonate in un angolo sottostante l’entrata dell’ufficio anagrafe del Comune di Bacoli. Tanta spazzatura allocata in un unico luogo e ben visibile agli occhi di residenti, cittadini e di visitatori. Turisti che, molto spesso, sono soliti passare attraverso tale spiazzale per poter giungere alle non lontane strutture architettoniche presenti in via Piscina Mirabile o in via cento Camerelle. Una situazione di assoluto imbarazzo che va ad ingigantirsi se si pensa che solo pochi giorni fa erano stati rinvenuti una incredibile mole di materiale informatico a poca distante dall’attuale zona imbarbarita. Computer, scaffali, sedie, tastiere e monitor di vecchia data, lasciati per settimane incustoditi ed abbandonati presso una stradina a percorrenza pubblica. Un degrado generato da un’anomala e continua mancanza di manutenzione ordinaria. Una condizione di abbandono che si ritrova a pochi passi dal Comando dei vigili urbani e sulla quale affaccia la finestra della comandante Marialba Leone. A nulla sono servite le segnalazioni fatte da semplici cittadini presso le autorità competenti. A nulla sembra aver contribuito l’incessante richiamo alla Flegrea lavoro spa, società incaricata alla rimozione di tale tipo di rifiuto. Oggetti abbandonati che si vanno ad aggiungere alla condizione di putrescenza in cui ancora verte la limitrofa villetta di via Campi Elisi. Una piazza pubblica, suddivisa in più livelli, non ancora ripulita e chiusa al pubblico in attesa di futuri lavori di bonificazione e di diserba mento. E pensare che a pochi metri da questa evidente incuria gestionale, si ritrova la rimodernata biblioteca municipale ed una serie di uffici pubblici.
13\10\09
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Bambine rom annegate a Torregaveta: A breve partirà il processo
13\10\09
Cronache di Napoli
La fatiscenza del municipio di Bacoli
Le crepe, la sporcizia e la fatiscenza degli interni e degli esterni. Vane proteste passate, consequenziali alle sorprendenti fughe verso siti più rimodernati ed accoglienti compiute da coloro che dovrebbero quantomeno assicurare la sicurezza dei propri dipendenti. Ma del resto non c’è da meravigliarsi se proprio la Casa comunale verta in uno stato di palese inefficienza. Non c’è da stupirsi se lo stesso Municipio di Bacoli venga privato di qualsiasi tipo di ristrutturazione atto, perlomeno, a dare una presunta dignità a quello che dovrebbe essere il centro della politica e dell’amministrazione locale. Una struttura-simbolo di un paese che lentamente cade verso il baratro per via di una carenza gestionale e di una assenza di ordinaria manutenzione. D’altra parte, a due passi dal palazzo comunale, s’incastonano bene le nuove e sterili opere di riqualificazione compiute presso la villa cittadina, l’insolita presenza di rifiuti ingombranti alle spalle del comando vigili paesano o la decantata ed incompiuta pista ciclabile parallela al lago Miseno. Una Casa comunale rifiutata in passato dallo stesso sindaco Antonio Coppola, che preferiva rifugiarsi negli androni e nelle sale allocate presso la maestosa villa Cerillo. Un palazzo d’epoca il quale, proprio durante i lavori di restauro effettuati attraverso dei fondi europei utili per creare una sorta di circolo culturale, ha ospitato il primo cittadino, la sua segreteria, gli incontri ufficiali e le giunte tra gli ex assessori. “Non penserete mica che tornerò in quel tugurio del Municipio? Esso è una struttura vetusta e inadeguata per ospitarmi – affermava l’avvocato Coppola in un’intervista dello scorso mese di Maggio – io, ed i futuri sindaci di Bacoli, resteremo in villa Cerillo”. Intanto però tornando all’edificio di via Lungolago, in seguito a numerose e continue proteste primaverili da parte dei dipendenti pubblici, che rimarcavano la pericolosità della struttura nella quale erano costretti a lavorare, seguirono le promesse dell’ex assessore Vitale. Rassicurazioni con le quali s’affermava che in attesa dei fondi regionali, l’amministrazione in carica avrebbe provveduto a finanziare lavori per risistemare il Municipio in modo tale da rispettare i vincoli della 626. Una serie di attività che avrebbero assicurato, entro l’inizio dello scorso Settembre, anche il montaggio di una serie di climatizzatori. Propositi caduti nel vuoto e ai quali, con l’arrivo del nuovo commissario prefettizio, si è quantomeno aggiunta la buona usanza di lasciare villa Cerillo alla sua originaria destinazione, riportando la massima carica locale presso la sede di competenza.
11\10\09
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Piazza cittadina di Baia
Migliaia e migliaia di euro spesi nel corso degli anni. Mesi e mesi di chiusura prima di un’insperata apertura. Visite prestigiose ed inaugurazione effettuata alla presenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Questa è la fotografia che meglio rappresenta la situazione in cui è stata mantenuta la piazza cittadina di Baia durante gli ultimi anni di lavori e di pomposa progettualità. Un periodo lungo e tortuoso utile per partorire un’opera d’inestimabile valore. Ornamentali colonne di reminescenza romana, un piccolo teatro mai utilizzato per manifestazioni artistiche o culturali, una serie di barriere architettoniche più e più volte denunciate attraverso video, foto e lamentele dalle associazioni cittadine ed una fontana barocca, quasi mai funzionante, costata decine di migliaia d’euro. Un fiore all’occhiello per l’ultima amministrazione Coppola alla quale dovrà collegarsi, attraverso una serie di scale mobili, la futura e futuristica stazione di via Terme Romane. Un sito particolarmente trafficato e frequentato da masse di giovani provenienti dall’hinterland napoletano e dal centro di Bacoli, lasciato in una condizione piena di palesi malfunzionamenti. Tra essi è però impossibile accantonare la questione relativa alla pomposa fontana allocata proprio all’ingresso dello spiazzale locale. All’inaugurazione, essa presentava una miriade di pesciolini rossi ed un’acqua limpida che, attraverso un sistema di pompaggio risaliva per un condotto interno e fuoriusciva da pannelli posti su un palo d’alluminio. Una struttura appariscente la quale, durante le fastose sere estive, illuminava l’ambiente antistante attraverso una serie di faretti. Una sorta di sorgente meccanizzata che, forse a causa di una mancata manutenzione ordinaria e straordinaria, non solo risulta essere spenta e deteriorata ma è divenuta una vera e propria mini discarica abusiva. Basti pensare che allo stato attuale l’acqua esistente nella vasca annessa all’impianto, ha assunto un'anomala colorazione verdastra. Inoltre, dopo una prima analisi delle condizioni in cui verte la piazza, c’è da notare l’assoluta inutilità delle svariate telecamere posizionate lungo la zona. Un sistema d’ispezione che non può essere utilizzato vista la mancanza di un guardiano predisposto al controllo delle immagine proiettate su di un televisore che, alla data di oggi, risulta essere spento ed abbandonato a stesso all’interno di un gabbiotto. Intanto, in attesa di pronti d’interventi, si attendono ancora le delucidazione dell’Ufficio tecnico cittadino diretto dal coordinatore, ingegnere Michele Balsamo.
10\10\09
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Marina Grande: le fogne scaricano in mare
Una puzza smisurata ed un mare caratterizzato da un colorito insolito. Chiazze bianche sparse lungo tutto lo specchio d’acqua di Marina Grande nelle vicinanze del nuovo molo portuale. Un pontile, tanto voluto dall’ex amministrazione locale, portato a termine nello scorso mese d’Aprile nonostante i lavori di rimodernamento dovevano concludersi entro il Febbraio del 2008. Un attracco di fondamentale importanza per l’intera cittadinanza, presso il quale dovevano giungere un maggior numero di traghetti rientranti all’interno del progetto “Metrò del mare”, Opere, finanziate dalla Comunità Europea e inserite tra gli “Approdi di Ulisse”, iniziate nel 2007 e portatrici di numerose oscurità e problematiche. Un servizio offerto alla popolazione ed ai turisti che non è mai riuscito a spiccare il volo, nonostante siano state istituite delle navette pubbliche ed ecologiche, dirette proprio verso il “porto” di Marina Grande. Si parte dalla spiaggia del borgo, ricca di materiali di risulta sotterrati tra i granelli della poca sabbia ancora esistente, a stradine sterrate per facilitare il passaggio di camion attraverso l’imponente cantiere, e lasciate nel più totale abbandono. Ma tra le svariate sfaccettature presenti “in loco” è impossibile non notare l’incredibile tanfo proveniente dalle rive adiacenti. “Da Aprile le fogne costeggianti il litorale scaricano direttamente in mare – denuncia uno sconsolato Giancarlo – purtroppo in seguito alle ultime operazioni di riqualificazioni, il flusso delle correnti è cambiato, causando seri danni alla popolazioni”. In effetti, proprio a pochi passi da una serie di dimore, è possibile vedere l’effetto generato dalle recenti mareggiate autunnali. Le onde, nel corso dei maltempi, hanno eroso un masso di cemento sotto il quale sono allocate varie condutture fognarie. Tubature trasportanti acque reflue dirette verso le pompe di sollevamento della zona, ma evidentemente ricche di falle e perdite. Affacciandosi dal muretto è facilmente visibile un’anomale schiuma bianca fuoriuscente dal basso e gravitante nel liquido marino. Una fuoriuscita che crea una situazione imbarazzante per un litorale ove il mare è da sempre stato considerato balneabile dalle periodiche analisi dell’Arpa Campania. “Non riusciamo a convivere con tale puzza giornaliera. Come è mai possibile che l’acqua abbia questo colore grigiastro? Abbiamo contattato l’Ufficio tecnico di Bacoli – continua Giancarlo – ed anche la Capitaneria di porto denunciando questo grave disastro ambientale, ma nulla si muove. I tombini sono ricoperti da asfalto, cemento e spazzatura. E questo dovrebbe essere il nostro biglietto da visita da lasciare ai visitatori?”
10\10\09
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Bacoli - Monte di Procida: protocolli d'intesa
Cappella, Torregaveta e Miliscola. Tre aree di confine perennemente trascurate e prive di un’adeguata struttura viaria e fognaria. Motivi per il quale dagli uffici amministrativi di Bacoli e Monte di Procida si levò forte la voglia di concordare insieme le future opere di riqualificazione. Concordati che, in seguito ad un paio di sedute consiliari congiunte, hanno partorito delle deliberazioni ricche di belle speranze, ma prive di alcuna consequenzialità. Si ricordano carte bollate nel lontano 2006 dal neo vice-sindaco montese, Michele Petrone, nelle quali si forniva un elenco dei lavori urgenti da eseguire nelle zone di periferia. Atti in cui si richiedeva per Torregaveta “la realizzazione di idoneo marciapiede atto a collegare in curva la discesa e/o salita alla Stazione con la pensilina stazionamento bus” oppure degli “interventi alla zona sud-ovest, antistante la montagna, con il ripristino del vecchio percorso di accesso diretto alla spiaggia”. Opere mai concretizzate alle quali si aggiungono la fallita “realizzazione, in tema di viabilità, di un permanente ed indispensabile servizio bus atto a collegare frazioni e centro” e “l’effettuazione, il completamento ed il miglioramento dell’ impianto di rete fognaria, pluviale e di illuminazione nonché la riconfigurazione mediante pulizia e diserbamento e pavimentazione realizzata con misto cementato e riquadri di mattoni rossi della degradata via Caranfe”. Interventi che, al di là della loro mancata messa in essere, erano considerati “molto ma molto importanti” dallo stesso rappresentante dell’Udc. Documentazioni alle quali bisogna annettere il protocollo d’intesta firmato dai due Comuni limitrofi nell’Aprile del 2008. Discussioni veementi, tenutesi presso la palestra dell’istituto “A.Gramsci”, in cui si esprimeva “l'esigenza di essere operativi e di concordare subito la formazione della delegazione incaricata di recarsi in Prefettura per chiedere al Prefetto maggiori forze dell'ordine sul territorio”. Dibattiti all’interno dei quali il consigliere montese Ettore Prodigio faceva pesanti “riferimenti ai problemi della rete fognaria di Cappella risalenti negli anni ed al fatto che non si è tenuto nel debito conto la questione dei nuovi allacci, alcuni dei quali abusivi” o invece “alla insicurezza generata da lesioni nelle case e nei palazzi”. D’altra parte mentre il consigliere Illiano “ricordava la sua recente campagna elettorale ricca di lamentele e di promesse”, Giuseppe Pugliese, rappresentante di Svolta Popolare, rammentava uno scritto d’epoca. Una drammatica relazione , sottoscritta 101 anni addietro dal Commissario Prefettizio Marchetti che curò l'elevazione a Comune di Monte di Procida, distaccatosi dal Comune di Procida, che raggiungeva toni drammatici quando descriveva la condizione di Cappella. “Un deficit che dopo oltre un secolo – continuava Pugliese - non era stato ancora colmato”. Constatazioni alle quali il consigliere bacolese, Franco Macillo, associava la questione delle acque nere provenienti da Monte di Procida e causa di allagamenti in località Mazzone.
10\10\09
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Consiglio comunale a Monte di Procida
Quattro ore di accese discussioni, un folto pubblico presente, tante interpellanze e poche risposte. Un’elettricità insolita ha animato l’ultimo Consiglio comunale tenutosi presso il Municipio locale. Un botta e risposta continuo, contraddistinto da punte di nervosismo e da eccessive manifestazioni di eloquenza, atto a porre dei punti fermi su tematiche di notevole importanza. Si parte dalle peculiarità relative al nuovo piano viabilità, passando attraverso le future cause civili intentate verso l’amministrazione cittadina, sino a giungere alle accuse rivolte nei confronti della vasca Imhoff. Ma, al di là delle numerose interrogazioni, c’è da rimarcare la massiccia partecipazione della popolazione munita di telecamere e taccuini. Un’adesione che ha comprovato, ancor prima del dibattito, la rilevanza delle patate bollenti poste sul tavolo consiliare. “Il depuratore di via Giovanni da Procida è una struttura fatiscente – asseriva Pugliese, rappresentate di Svolta Popolare – ricca di malfunzionamenti. Durante le scorse manifestazioni, vidi dei responsabili ammutoliti dinanzi ai malumori cittadini. Inoltre ebbi modo di ammirare dei contenitori ricchi di fanghi, in cui erano cresciute delle piantine alte quaranta centimetri. La Gdm, delegata alla gestione dell’impianto, non effettuava la manutenzione da mesi. Una mancanza, mai sottolineata e multata, che l’Ufficio tecnico ritiene attribuibile a delle eccessive precipitazioni meteoriche. Eppure, secondo quanto affermato da studi scientifici, in quel periodo caddero solo pochi millimetri d’acqua”. Accuse alle quali, scavalcando le competenze dell’assessore all’ambiente, dott. Iorio, decideva di rispondere lo stesso primo cittadino: “Il depuratore non è a norma. Non può esserlo perché è stato costruito nel lontano 1956. Per questo – risponde un Iannuzzi – attendiamo che la Regione Campania si attivi per finanziare i nostri progetti”. Delle simboliche asserzioni alle quali s’aggiunge la diatriba sui nuovi sensi unici studiati e messi in essere dall’assessore Rocco Assante di Cupillo. Un punto, sul quale si sono susseguiti circa 15 interventi, che ha decretato la proroga dell’ordinanza sulla viabilità. “Questo piano arreca solo disagi – ha asserito Carannante, consigliere di minoranza – poiché mantiene il traffico sulle strade un tempo trafficate e riesce ad aumentare i punti di criticità. Sarebbe opportuno abolire questa prova e studiare insieme un nuovo programma”. Una proposta che alimenta le seccate risposte della maggioranza che si chiude a riccio prima di sferrare il colpo risolutore, invocando la votazione. “I numeri ci danno ragione. Noi appoggiamo l’assessore Assante – rincarava un infastidito Fevola, capogruppo del Pdl – non capisco perché ci sia tutta questa gente ad ascoltarci”. Il Consiglio si è poi trascinato verso la conclusione a causa di una continua mancanza di elettricità lasciando giusto il tempo per affrontare la questione relativa alle due bimbe annegate l’anno scorso in località Torregaveta. “Ci dovevamo dimettere tutti – urlava Pugliese – poiché furono violate le norme sulla sicurezza. E’ una vergogna immane. Nessun avvocato potrà evitare al Comune di pagare un’ingente somma di risarcimento in sede civile”. Durissime accuse alle quali dai banchi di un sicuro centro-destra rispondeva Lubrano lo Bianco: “Il Comune non ha colpe. Non ci diciamo sciocchezze. Le bambine erano straniere ed in ogni caso non conoscevano l’italiano”.
09\10\09
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