Una serie di allagamenti continui e protratti nel tempo. Anfratti inondati da scarichi fognari e cittadini più volte costretti a spalare la fanghiglia arrivata sin sotto le porte di casa. Strade, divenute fiumi, più volte interdette alla circolazione. Tale potrebbe essere la fotografia riassuntiva in cui versano le periferie ed il centro di Bacoli subito dopo una leggera pioggia autunnale. Una scottante realtà, figlia di numerose deficienze amministrative e gestionali intercorsesi nell’ultimo decennio di riassestamento. Anni in cui, proprio per salvaguardare la salubrità dei bacini lacustri paesani, si era deciso di eliminare gli scarichi fognari presenti lungo il perimetro del lago Miseno, mediante la costruzione di una fogna circumlaquale. Una serie di condotte messe poi in collegamento con l’impianto di sollevamento di Miliscola. Una struttura con la quale ancor oggi si continuano a pompare gli scarichi fognari provenienti dal centro di Bacoli e dalla periferia cappellese di Monte di Procida, sino al discusso depuratore regionale di Cuma-Licola. Un processo di canalizzazione al quale, grazie alla presenza di altri tre principali impianti di sollevamento allocati sul territorio bacolese, si aggiungono quasi il 94% degli scarichi fognari paesani e periferici. Un sistema teoricamente valido, ma praticamente ricco di gravose ed evidenti lacune. Falle sparse lungo tutto il terreno comunale e particolarmente palesi lungo la tratta di via Cuma e la traversa adiacente all’abbandonato campo polisportivo del posto. Si va da tombini completamente otturati, a feritoie prive di sbocco sulla strada, a canali di scolo ostruiti da fango, melma e materiale putrefatto. Una serie di incongruenze che, molto spesso, non consentono all’acqua piovana d’incanalarsi negli appositi canali adibiti allo scorrimento delle acque bianche. Precipitazioni meteoriche ormai divenute perenni motivi di lamentele da parte della cittadinanza locale. “Siamo stufi di questa situazione da terzo mondo che va avanti dal 1996 – asserisce il signor Giuseppe , intento a togliere del terriccio posto proprio sulla sommità di un chiusino – da molto tempo non viene fatta la manutenzione ordinaria. Una serie di lavori per i quali non viene mai stanziata un’ingente mole di danaro. Basterebbe poco per evitare questi disagi”.
19\10\09
Cronache di Napoli
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