Tanta è la rabbia, commista a rassegnazione, che segna i volti di numerosi cittadini bacolesi in seguito all’ennesima figuraccia mostrata agli occhi di un’intera nazione. Erano le 21:15 di Domenica quando, durante la trasmissione “Presa diretta” andata in onda su Rai 3 e intitolata “Oro buttato”, scorrevano lentamente le scene di un inefficiente gestione dei siti archeologici flegrei. Passando da Pozzuoli e dagli uffici della Sovrintendenza di Napoli e Pompei, si giungeva presso le nuovissime 52 sale del Museo Archeologico dei Campi Flegrei site nel Castello di Baia. Stanze visitate dallo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ma raramente aperte al pubblico nonostante un importante investimento pari a 231 milioni di euro. Danaro, giunto dalla Comunità Europea ed erogato attraverso il Por 2000-2006, il quale non è bastato per assumere del personale idoneo per la continuativa apertura delle stesse. Basti pensare che dal primo Maggio a fine Settembre, uno tra i Musei più importanti d’Europa è stato aperto al pubblico soltanto per nove volte. Una situazione che rappresenta per intero lo stato d’abbandono in cui vertono gran parte dei siti archeologici nostrani. “Pur essendo cittadina di Bacoli, mi rammarica molto vedere che queste bellezze, le quali potrebbero essere motivo di un elevato turismo della zona flegrea, siano dimenticate da tutti. Si tratta di monumenti- continua la giovane Carmen - che non sono per niente valorizzati. Oggi, molti ragazzi non conoscono nemmeno l’esistenza di determinati posti, proprio perché si tratta di luoghi abbandonati. Basterebbe poco per incentivare i turisti a visitare questi luoghi, ma forse si dovrebbe puntare a risolvere anche altri problemi come la viabilità e la questione rifiuti”. Parole di sconforto alle quale si aggiungono quelle del responsabile dell’Ufficio dei beni archeologici di Bacoli, Ciro Amoroso: “Sono trent’anni che mi prodigo per rivalutare la storia di questo paese. Ogni giorno aumenta la nostra delusione e la nostra depressione. Lavoriamo gratis per mostrare al pubblico le nostre bellezze. Eppure se riuscissimo in quest’intento potremmo davvero risollevare l’economia cittadina. Ma invece devo constatare che si decide di investire milioni e milioni di euro per la piazza di Baia o per villa Cerillo senza che si pensi a Cento Camerelle o la Tomba d’Agrippina. Strutture stupende che sono chiuse da anni. Non si pensa a creare una rete o ad informare l’utenza. Dobbiamo esigere che le prossime amministrazioni inizino a migliorare questo stato di cose”. In effetti, per stessa ammissione dei dipendenti dell’Ufficio Archeologico di Baia, numerosi reperti archeologici locali non possono essere visitabili a causa di una cronica mancanza di danaro, utile per dare inizio a lavori di sicurezza.
1\10\09
Cronache di Napoli
Bacoli: Reperti archeologici dimenticati
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