Non arresta ancora a placarsi il polverone estivo innalzatosi sulla questione relativa all’inquinamento marino del litorale domitio-flegreo, ma quantomeno cominciano a profilarsi le prime scadenze. Una problematica decennale che ha riacquisito visibilità proprio in seguito allo sciopero dei dipendenti della Hydrogest avvenuto lo scorso 16 e 17 Giugno. Un’interruzione di pubblico servizio, giustificata da un reiterato ritardo nei pagamenti sul quale sta ancora indagando la magistratura, che mandò in tilt il già fatiscente depuratore regionale di Cuma-Licola. Un impianto, normalmente funzionate per un 20%, dal quale per circa tre giorni furono sversati direttamente in mare un’ incalcolabile quantità di liquami non depurati. Una situazione la quale non era altro che la punta dell’iceberg di un disastro ambientale esistente da almeno un ventennio se si considera che le coste adiacenti alla foce del depuratore sovra citato sono interdette alla balneazione dal 1986. Ma, ad allarmare ancor di più i cittadini di Bacoli e Monte di Procida è la piccola vasca Imhoff di via Giovanni da Procida. Struttura vetusta, inaugurata nel lontano 1956, che effettua una depurazione pari al 10% e dichiarata più volte fuorilegge dai responsabili del settore. Motivo per cui, proprio in questi giorni, è balzata fuori una raccomandata a mano, protocollata lo scorso 14 di Luglio dall’avvocato Giacomo Perreca , indirizzata all’attenzione del primo cittadino montese, Francesco Paolo Iannuzzi. Con la stessa, nell’interesse del suo nucleo familiare, residente in Bacoli, e di un nutrito gruppo di concittadini bacolesi, frequentatori abituali del litorale di Miliscola e di Miseno, l’avvocato contesta formalmente delle palesi anomalie: “Da anni la spiaggia e le acque del litorale misenate, appaiono inquinate, e dalle notizie rese pubbliche sulla stampa locale è emerso che la principale fonte di tale inquinamento della costa nostrana è, difatti, il depuratore del Comune di Monte di Procida. In sostanza, il predetto depuratore, oltre che essere assolutamente vetusto, non depura alcunché, per guasti, assenza di manutenzione, incapacità strutturale di smaltire e depurare il carico dei liquami. Sicché quello che comunemente viene definito servizio di depurazione ai fini della riscossione della quota di tariffa- continua Perreca nel suo documento- in realtà appare un procedimento di depurazione simulato, con grave danno per la collettività e serio rischio per la salute pubblica”. Infine, scorrendo la raccomandata, è reso noto che se non sarà stato posto rimedio a questa situazione entro la data del 30 Settembre “si procederà giudiziariamente presso tutte le sedi competenti, per l’accertamento delle eventuali responsabilità penali ravvisabili nel caso di specie ed il risarcimento di tutti i danni”. Adesso, nonostante l’ultimo rimpasto di giunta effettuato dal sindaco Iannuzzi, si attendono i primi lavori atti alla bonificazione di una struttura che, per volontà dello stesso primo cittadino e contrariamente al parere della Provincia di Napoli, continua a sversare nelle acque di Miliscola.
02\10\09
Cronache di Napoli
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