“Bacoli città di mito e di storia”. Questa è la frase posta sul cartello d’ingresso del Comune flegreo, in prossimità del rinomato Castello di Baia. Un museo ricco di cinquantadue sale, allestite attraverso una spesa pari a 231 milioni provenienti dalla Comunità europea, quasi sempre chiuse a causa della mancanza di personale. Un carenza che sintetizza appieno le difficoltà di questa terra che non riesce a manifestare per intero il suo patrimonio archeologico. In effetti basti pensare che, proprio a causa di queste annose problematiche originate da una cattiva gestione dei fondi, delle bellezze come le Cento Camerelle e la Tomba d’Agrippina, restano da anni interdette alla vista di turisti e residenti. Strutture alle quali va ad aggiungersi l’imbarazzante situazione in cui verte la Piscina Mirabilis. La più grande cisterna nota mai costruita dagli antichi romani, la quale aveva la funzione di approvvigionare di acqua le numerose navi della Classis Misenensis, che trovava ormeggio e ricovero nel porto di Miseno. Un’opera d’inestimabile importanza atta a costituire il serbatoio terminale di uno dei principali acquedotti romani, che portava l'acqua dalle sorgenti del fiume Serino, a 100 chilometri di distanza, fino a Napoli e ai Campi Flegrei. Struttura attualmente abbandonata a se stessa. Manutenuta solamente da un’anziana assuntrice di custodia, responsabile all’apertura del piccolo cancelletto d’ingresso. Monumento perennemente ricoperto da erbacce ed oscurato da una folta vegetazione spontanea alla quale da anni non si riesce a porre alcun rimedio. Eppure, nonostante il manifesto degrado, essa risulta essere ancora un grande elemento attrattore. Ogni giorno, decine e decine di turisti, s’avvicinano alla cisterna con la speranza di visitarla. Ma, ogni volta, gli imbarazzi e le incomprensioni risultano essere sempre le stesse. Il cancello, chiuso da un lucchetto arrugginito, palesa la mancanza di un cartello utile ad informare la platea visitante. Nessun numero, nessun sportello, nessun punto di riferimento utile per aiutare il malcapitato turista di turno. Nulla che possa informarlo su come poter addentrarsi tra gli archi a botte dell’impianto. Nessuna locandina che li aiuti a comprendere dell’esistenza della signora Giovanna, unica detentrice delle chiavi. “Bacoli e i suoi fondali sono ricchi di testimonianze dell'occupazione da parte degli Antichi Greci, di imperatori Romani e degli Aragonesi; ma ben pochi in Italia e nel mondo sono a conoscenza di questi reperti archeologici presenti nel nostro territorio. E' davvero scandaloso – afferma il giovane Romi, residente del luogo - vedere marcire queste mura tra muschio e rifiuti solidi; la cultura oggi giorno sembra che non sia più di moda. La Piscina Mirabilis, oggi è diventato un ambiente umido e cupo, ricoperto da erbacce e lasciato incustodito, così come le Cento Camerelle che addirittura sono state chiuse. Basterebbero piccoli accorgimenti per valorizzare il nostro enorme patrimonio archeologico-culturale, ma sembra che nulla si muove.”. Una situazione che diviene ancora più allarmante se si fa attenzione all’ambiante adiacente alla Piscina sovra citata. Difatti, una marea di rifiuti ingombranti resta da mesi ferma proprio a pochi passi dall’entrata d’ingresso, senza che si sia ancora provveduto ad una serie opera di bonifica e riqualificazione.
03\10\09
Cronache di Napoli
Bacoli: degrado di Cento Camerelle e Piscina Mirabilis
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