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Tomba d'Agrippina


Ancora uno spreco paesano, ancora una bellezza architettonica d’epoca romana interdetta a turisti e residenti. Tale è la situazione in cui verte il rinomato sito turistico de “la Tomba d’Agrippina”. Unica parte superstite di una villa marittima sorta nell’area dell’odierna Marina di Bacoli, l’edificio è un odeon, vale a dire un piccolo teatro. Un monumento innalzato in epoca augustea costituito da tre emicicli, due superiori, posti alla medesima quota, ed uno inferiore. Un’opera d’inestimabile valore culturale e storico presso la quale si la tradizione aveva collocato, in modo errato, il sepolcro di Agrippina, madre di Nerone uccisa nel 59 d.C. Una struttura attualmente lasciata in una condizione d’abbandono e interdetta alle visite per cause ignote alla cittadinanza del posto.Questo opera è sfortunatamente stata chiusa in seguito ad una cronica mancanza di fondi che non ha permesso di iniziare i lavori di rimodernamento – asserisce un dipendente degli uffici del Museo archeologico di Baia – la costruzione, edificata del I secolo d.c. è attualmente inagibile”. Un’impraticabilità alla quale segue la mancanza di manutenzione ordinaria e di diserbamento che rende ancor più fatiscente una località un tempo ricca di visitatori provenienti da ogni dove. Da evidenziare che tale ambiente è inserito all’interno del progetto Mp-Mirabilia. Un innovativo sistema di comunicazione del patrimonio culturale nazionale caratterizzato dalla presenza di pannelli informativi realizzati, in maniera artigianale, su lastre d’acciaio. “Non eravamo a conoscenza di tali allarmanti situazioni – asserisce una responsabile della segreteria centrale della Mp-Mirabilia stanziata a Roma – segnaleremo subito il tutto agli uffici competenti”. Difatti sono numerose le strutture architettoniche locali nelle quali i moderni cartelli apposti dalla società sovra citata sono o oscurati dalle erbacce o gettati nel fango e nella melma o non utilizzabili a causa della non apertura del sito stesso. Basti pensare che in località “Grotte dell’acqua” le suddette lastre sono lasciate marcire nella fanghiglia, mentre presso la rinomata “Cento Camerelle”, tale lastra è oscurata da un’ingente mole di erbacce. “Abito da quattro anni presso Marina Grande – asserisce uno sconsolato Sergio, cittadino del posto – e posso assicurare che non ho mai potuto ammirare le bellezze presenti presso la Tomba d’Agrippina”.

15\10\09
Cronache di Napoli

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